Genocidio israelo-statunitense a Gaza: 98° giorno. Decine di massacri e distruzione ovunque. Bilancio attuale: 23.500 morti e oltre 60.000 feriti

Genocidio israelo-statunitense a Gaza: 98° giorno. Decine di massacri e distruzione ovunque. Bilancio attuale: 23.500 morti e oltre 60.000 feriti

Gaza-InfoPal. Oggi, venerdì 12 gennaio, per il 98° giorno le forze di occupazione israeliane continuano a bombardare la Striscia di Gaza, effettuando decine di attacchi aerei e di artiglieria che hanno provocato massacri di civili, e commettendo crimini orribili durante le incursioni, in una situazione umanitaria catastrofica causata dall’assedio e dallo sfollamento di oltre il 90% della popolazione.

Nelle ultime 24 ore, aerei e artiglieria israeliani hanno continuato il loro intenso bombardamento su varie aree della Striscia di Gaza, prendendo di mira case, luoghi di rifugio, strutture e strade, e provocando centinaia di morti e feriti.

Cinque persone sono state uccise in seguito al bombardamento israeliano di una casa nel quartiere di Al-Mashaala, a ovest di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza.

L’artiglieria israeliana ha bombardato i quartieri meridionali e occidentali di Khan Yunis, i campi profughi di Al-Bureij e Al-Maghazi e la città di Al-Zawaida, tra feroci scontri con la Resistenza.

Il comune di Gaza ha avvertito del pericolo di allagamento del serbatoio di acqua piovana a Sheikh Radwan, nel nord, a causa delle continue piogge e del raggiungimento di un livello critico del livello dell’acqua. Le istituzioni internazionali sono state invitate a intervenire urgentemente e a fornire il carburante necessario per far funzionare le pompe dell’acqua.

Le forti piogge e il freddo hanno esacerbato la sofferenza di centinaia di migliaia di sfollati e causato l’allagamento delle loro tende.

Gli sfollati che vivono nei rifugi nel nord di Gaza si trovano ad affrontare condizioni catastrofiche a causa del continuo assedio israeliano e dell’impedimento delle forniture di carburante.

Ieri sera, fonti mediche hanno riferito che 30 morti sono arrivati negli ospedali di Khan Yunis, nelle ultime 24 ore, a seguito dei continui bombardamenti israeliani in varie parti della provincia. Gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato intensi attacchi aerei nel centro di Khan Yunis e hanno preso di mira ambulanze e squadre di soccorso mentre stavano lavorando al trasporto dei feriti e al recupero dei martiri.

La scorsa notte, 9 civili sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti in un bombardamento israeliano che ha preso di mira una casa nella zona di Al-Shawka, a est della città di Rafah, nel sud di Gaza.

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che i suoi equipaggi hanno trasferito 9 morti in seguito all’attacco israeliano alla casa della famiglia Abu Seneima in strada dell’Aeroporto, a Rafah.

L’aggressione israeliana in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre ha provocato la morte di 23.469 civili, per lo più donne e bambini, e il ferimento di circa 60.000 persone. Migliaia sono ancora sotto le macerie.

Oxfam: il bilancio medio giornaliero delle vittime a Gaza supera qualsiasi altro conflitto del secolo.

Situazione umanitaria devastante.

Un portavoce delle Nazioni Unite ha sottolineato il peggioramento della crisi umanitaria nel nord di Gaza, evidenziando i gravi ostacoli agli sforzi di soccorso.

Durante una conferenza stampa, Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha dichiarato: “Tra il 1° e il 10 gennaio, solo tre delle 21 consegne di aiuti previste di cibo, medicine, acqua e altri generi salvavita hanno potuto procedere”.

Ha sottolineato il ruolo fondamentale che svolgono queste forniture, comprese quelle mediche per la città di Gaza, e il carburante per le strutture idriche e igienico-sanitarie, che sono state “negate dalle autorità israeliane”.

Dujarric ha confrontato la situazione attuale con quella dei mesi precedenti, rivelando un calo significativo nell’accesso degli aiuti.

“Il tasso di accesso osservato a gennaio presenta un peggioramento significativo rispetto a quello di dicembre dello scorso anno”, ha affermato, evidenziando il calo da oltre il 70% di dicembre a circa il 14% all’inizio di gennaio.

Dujarric ha affermato: “Ogni giorno in cui non siamo in grado di fornire assistenza si traduce nella perdita di vite umane e nella sofferenza di centinaia di migliaia di persone che rimangono nel nord di Gaza”.

In aggiunta all’urgenza, il coordinatore degli aiuti di emergenza delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, ha dipinto un quadro cupo del settore sanitario a Gaza in un post sui social media. “Il settore sanitario a Gaza viene lentamente soffocato mentre gli ospedali continuano a essere presi di mira”.

Sulle terribili conseguenze, ha aggiunto: “Le madri incinte non possono far nascere i loro bambini in modo sicuro. I bambini non possono ricevere vaccini. I malati e i feriti non possono ricevere cure. La gente muore”.

(Fonti: Quds Press, Quds News network, PIC, ministero della Salute di Gaza; credits foto e video: Quds News network, PIC, ministero della Salute di Gaza e singoli autori).

Per i precedenti aggiornamenti:

https://www.infopal.it/category/operazione-spade-di-ferro-genocidio-a-gaza/

https://www.infopal.it/category/ciclone-al-aqsa/

https://www.infopal.it/category/video/