Giovani palestinesi raccolgono 1 milione di shekel per le vittime delle demolizioni punitive

356425CNablus-Ma’an. A Nablus giovani palestinesi hanno raccolto 1 milione di shekel ($259,000) a favore delle famiglie palestinesi le cui case sono state demolite a seguito di recenti presunti attacchi agli israeliani, o tentati attacchi, come comunicato a Ma’an dal responsabile della raccolta fondi.

Mazin al-Danbak ha dichiarato che un’iniziativa giovanile locale a Nablus ha iniziato a raccogliere i soldi una settimana fa. Le donazioni ammontavano a 800,000 shekel ($207,300) in contanti e a beni del valore di 200,000 shekel ($51,800) tra materiali da costruzione, terreni, mobilia e componenti elettronici.

Al-Danbak ha riferito che i fondi sono stati depositati presso una commissione popolare a Nablus fino a quando potrà essere organizzata la distribuzione delle donazioni.

Al-Danbak ha aggiunto che le autorità israeliane non permettono ad oggi alle famiglie di coloro che sono stati accusati di aver compiuto un attacco di ricostruire la propria abitazione, quindi la maggior parte dei fondi verrà utilizzata per comprare e affittare appartamenti.

A partire da ottobre le autorità israeliane hanno lanciato una campagna contro i presunti aggressori e le loro famiglie con lo scopo di “scoraggiare” attacchi futuri. Tali sforzi includono arresti di massa, la chiusura di città palestinesi e demolizioni punitive.

Le demolizioni punitive sono state accelerate su richiesta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a metà ottobre e, da allora, ne sono state messe in atto diverse.

Questa scelta è stata presa nonostante le raccomandazioni espresse in passato da una commissione militare israeliana, in base alle quali tale pratica non scoraggerebbe gli attacchi.

Mentre alle famiglie che ricevono l’ordine di demolizione viene data la possibilità di ricorrere in appello contro tali misure, l’Alta Corte di giustizia di Israele generalmente rigetta gli appelli, secondo quanto riferito dall’organizzazione israeliana per i diritti umani Hamoked.

A ottobre il gruppo israeliano per i diritti B’Tselem ha condannato questa pratica definendola una “vendetta autorizzata dalla corte” portata avanti contro famigliari che non hanno commesso crimini, al pari di punizioni collettive.

Traduzione di Elisa Paganelli