Giugno, ancora arresti e aggressioni israeliane ai danni dei palestinesi

images_News_2012_06_03_iof-arrest_300_0Ramallah-InfoPal. “Israele sta perpetuando le sue aggressioni nei territori occupati, arrestando e uccidendo i civili palestinesi”. Lo rivelano due organizzazioni palestinesi per i diritti umani, in due rapporti pubblicati lunedì 1° luglio.

Nel suo rapporto, l’Organizzazione at-Tadamun per i diritti umani ha reso noto che nel mese di giugno appena trascorso, le forze di occupazione hanno arrestato più di 230 palestinesi, nel corso di campagne di arresti e incursioni quotidiane, effettuate in diverse parti della Cisgiordania e nella città occupata di Gerusalemme. Il Centro al-Ahrar per gli studi sui detenuti e i diritti umani, invece, afferma che il numero degli arresti ha raggiunto i 300, sempre nello stesso mese, mentre il bilancio dei primi sei mesi del 2013 è stato di 1790 palestinesi arrestati.

Entrambe le organizzazioni sottolineano che tra gli arrestati figuravano bambini, donne e anziani, oltre a deputati, leader politici, docenti e studenti universitari e giornalisti. Nel dettaglio, at-Tadamun spiega che almeno 40 bambini sono stati arrestati nello scorso mese, oltre a 10 studenti universitari e 15 ex detenuti, tra cui anche il deputato, Abdul Jaber Faqha, di Ramallah. E aggiunge che la città di al-Khalil (Hebron), con i suoi 70 cittadini arrestati a giugno, ha ottenuto il triste primato, seguita da Nablus e Jenin, con 45 e 35 casi d’arresto, rispettivamente.

Inoltre, al-Ahrar rende noto che nei primi mesi dell’anno in corso, Israele ha ucciso 16 palestinesi. Quattro nella Striscia di Gaza e 12 in Cisgiordania. In quest’ultima area, due delle vittime, Arafat Jaradat e Maysara Abu Hamdiya, sono deceduti in carcere.

Dal canto suo, at-Tadamun afferma di aver documentato il decesso di due giovani palestinesi a giugno. Si è trattato di Khaled Jamal Khryosh, da Tulkarem, e Mohammed al-Azraq, dal campo profughi di Jabaliya (nella Striscia di Gaza). Entrambe le vittime avevano 27 anni e sono decedute per le conseguenze delle ferite riportate nel 2006 e nel 2010, rispettivamente.