Gli assassini di Abu Khdeir sono stati rimessi in libertà

Gerusalemme-Imemc. Il quotidiano israeliano Ma’ariv ha riportato mercoledì, che la polizia israeliana ha rilasciato i tre coloni accusati di aver torturato e bruciato vivo l’adolescente palestinese Muhammed Abu Khdeir.

Secondo l’agenzia di stampa palestinese Al Ray, sei coloni israeliani sono stati arrestati settimana scorsa in seguito al sequestro del ragazzo dal campo profughi di Sho’fat, a Gerusalemme est, il cui corpo è stato ritrovato poche ore dopo con evidenti segni di tortura, oltre a elementi che dimostrano che era ancora vivo mentre veniva bruciato.
Gli assassini hanno ammesso il loro crimine e lo hanno riferito alla polizia, dicendo che erano alla ricerca di qualsiasi bambino palestinese per vendicarsi della morte dei tre giovani coloni israeliani scomparsi per più di due settimane e i cui corpi sono stati ritrovati due giorni prima della cattura del ragazzo palestinese, vicino al sito dove sono stati segnalati per l’ultima volta.
Poco prima dell’incidente, le forze israeliane hanno freddato due ragazzi palestinesi durante le manifestazioni di protesta in solidarietà al ricordo della Nakba, sollevando varie critiche da parte della Comunità Internazionale.
Le forze israeliane hanno sempre negato l’uso di proiettili e munizioni durante l’incidente, ma i rapporti forensi hanno rivelato il contrario. Nulla è stato detto riguardo il caso, da quando è successo.
Secondo il quotidiano Maariv, i coloni autori del brutale assassinio di Abu Khdeir sono stati posti agli arresti domiciliari.
Domenica scorsa, un tribunale israeliano ha anche condannato agli arresti domiciliari un giovane palestinese-americano, cugino di Muhammed, Tariq Abu Khdeir, che è stato ripreso mentre veniva brutalmente picchiato dalla polizia durante gli scontri a Gerusalemme.
Nel frattempo, al Ray, riporta che oltre 500 palestinesi sono tuttora detenuti nelle carceri israeliane – per lo più senza un’accusa né un processo – rastrellati dopo l’intensa campagna d’arresti nella regione, a seguito della scomparsa dei coloni.
Nell’ultima settimana di giugno, Israele ha citato due possibili sospetti collegati al sequestro, Marwan al-Qawasmeh, 29 anni, e Amer Abu Eisha, 33, demolendo le loro case.
Al Ray osserva che se gli assassini di Abu Khdeir sono stati rilasciati e messi agli arresti domiciliari, così dev’essere per gli oltre 500 palestinesi che non hanno commesso o non sono stati accusati di alcun crimine.
Traduzione di Maddalena Goi