Ramallah-Ma’an. Martedì 23 ottobre, l’Autorità palestinese ha invitato i dipendenti pubblici a tornare a lavorare poiché gli scioperi nei ministeri, nelle università, nelle scuole e nei campi profughi hanno paralizzato la Cisgiordania.
Il Consiglio dei ministri, nella sua riunione settimanale, ha affermato che i dipendenti che hanno continuato a scioperare saranno ritenuti “responsabili”.
I dipendenti dell’Autorità palestinese, compreso il personale dell’università pubblica e gli insegnanti della scuola, hanno smesso di lavorare martedì a causa del ritardato e incompleto pagamento dei loro stipendi.
Giovedì, il ministero del Tesoro dell’Anp ha annunciato che stava distribuendo una parte degli stipendi di settembre dopo aver ripetutamente ritardato il pagamento ai dipendenti e bloccato il pagamento ai redditi alti.
I ministri di Ramallah hanno invitato i sindacati a “continuare il dialogo” e hanno ribadito che il governo ha compreso le esigenze dei sindacati, tuttavia, la crisi finanziaria e le sfide che l’Anp sta affrontando, hanno concesso delle “possibilità limitate”.
Il consiglio dei ministri ha invitato i Paesi donatori, in particolare quelli arabi, a continuare ad aiutare il popolo palestinese.
Il personale universitario è anche coinvolto in un contenzioso con il ministero della Pubblica Istruzione per i benefit dei dipendenti e per le richieste di abolire le tasse sulle retribuzioni di fine servizio.
Amjad Barham, capo del sindacato del personale universitario, ha detto che il sindacato avrebbe indetto uno sciopero generale se il ministero avesse continuato la sua “politica di procrastinazione e intransigenza.”
Il personale dell’Unrwa in sciopero
Anche i dipendenti dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, hanno scioperato martedì per protestare contro i tagli ai servizi dell’agenzia e il licenziamento di 130 lavoratori
Le cliniche, le scuole e gli uffici dell’agenzia sono stati chiusi.
Ahmad Abu Khayran, che presiede un comitato popolare nel campo profughi al- fawwar di Hebron, ha affermato che le misure di austerità dell’Unrwa stanno rendendo la vita più difficile ai rifugiati che già soffrono a causa della crisi economica.
Abu Khayran ha detto a Ma’an che l’Agenzia sta cercando di “sottrarsi alle proprie responsabilità” con i rifugiati e di trattarli come europei o americani, costringendoli a pagare da 25 al 40 per cento delle loro spese mediche.
Ha aggiunto che l’Agenzia dovrebbe ridurre i salari del personale straniero, invece di aumentare le spese mediche per i rifugiati, e far pressione sui paesi donatori affinché soddisfino i loro obblighi.
L’Unrwa ha criticato lo sciopero che aveva impedito a 51mila persone di frequentare la scuola. L’agenzia ha detto che ha continuato a impegnarsi per garantire le necessità dei rifugiati, ma una diminuzione del 50 per cento dei finanziamenti dal 2010 aveva costretto l’agenzia a “rivedere le priorità” nei servizi di emergenza.
L’agenzia delle Nazioni Unite ha fatto sapere in un comunicato che i servizi di base, tra cui le scuole, gli ospedali principali e gli aiuti alimentari, non sono interessati dalla ristrutturazione. E ha aggiunto che continuerà a lavorare per garantire le risorse per mantenere i servizi di emergenza, che dipendono dalla risposta dei donatori.