Hamas e Fatah confermano accordo per affrontare insieme piano di annessione israeliano

Quds Press e PIC. Giovedì mattina, il Movimento di resistenza islamica (Hamas) e il Movimento di liberazione nazionale palestinese (Fatah) hanno confermato l’accordo per affrontare insieme il progetto di annessione israeliano e hanno invitato i loro dirigenti e il popolo palestinese a “impegnarsi in ogni azione sul campo per affrontare i progetti israeliani”.

Il vice capo dell’ufficio politico di Hamas, Saleh Al-Aruri, e il segretario del Comitato centrale del movimento Fatah, Jibril Rajub, hanno evidenziato, in una conferenza stampa congiunta, la necessità di “sviluppare una visione strategica unificata per affrontare le cospirazioni israeliane”.

In un intervento in videoconferenza, Al-Aruri ha dichiarato: “Se l’entità israeliana può far passare il piano di annessione su parte della Cisgiordania, ciò significa che la serie di annessioni continueranno.

“Se inizia l’annessione e l’occupazione controlla Gerusalemme, la valle del Giordano, i blocchi dell’insediamento e le strade, sarà incoraggiata ad annettere più terre della Cisgiordania”.

Al-Aruri ha spiegato che, dopo l’implementazione dell’annessione, l’occupazione passerà a pensare su cosa fare della popolazione palestinese in Cisgiordania, e cioè si rifarà alle sue precedenti politiche di sfollamento e deportazione (pulizia etnica, ndr).

“L’occupazione inizierà mettendo sotto pressione i residenti (gli autoctoni, ndr) e aprirà loro le porte per l’emigrazione verso luoghi più stabili attraverso la loro espulsione dalla Cisgiordania”.

Ha aggiunto che l’occupazione considera la Cisgiordania una “terra promessa”, ed è “pronta a usare opzioni pericolose”: “Siamo stati costretti ad affrontare questi piani, e non possiamo in alcun modo tacere, accettare o coesistere con questa realtà”.

Ha sottolineato che nessuno dei poteri nazionali può accettare compromessi nelle opzioni offerte dall’occupazione e dall’amministrazione americana, e ha chiesto “una posizione reale e sincera per affrontare il progetto di annessione”.

Il vice capo dell’ufficio politico di Hamas ha dichiarato: “Noi e Fatah non differivamo nel confrontare l’occupazione e confrontarne i piani, anche quando eravamo in conflitto”.

Ha inviato un messaggio ai governi di Hamas e Fatah e al popolo: “Dobbiamo lavorare insieme in tutti i luoghi. In questa conferenza diciamo a tutti di impegnarsi in un’azione comune per affrontare il progetto di annessione”. E ha chiesto a tutti di unirsi “in un lavoro congiunto per affrontare il progetto di annessione e difendere il nostro popolo”, sottolineando che il suo movimento eserciterà ogni tipo di lotta e resistenza contro il progetto di annessione.

Nuova pagina.

A sua volta, Jibril Rajub ha affermato che il suo movimento vuole aprire una nuova pagina con il movimento di resistenza islamica, Hamas:

“Oggi usciamo con una sola voce e sotto una bandiera, e lavoreremo per costruire una visione strategica, come diritto ad affrontare le sfide, con la partecipazione di tutte le fazioni, lontano dalle contraddizioni e dai conflitti.

“Apriremo una nuova pagina e presenteremo un modello per il nostro popolo, le nostre famiglie e i nostri martiri”.

La conferenza rientra nel quadro del coordinamento degli sforzi palestinesi per affrontare il piano di annessione israeliana delle terre della Cisgiordania occupata, ha sottolineato Rajub.

“Sto parlando in rappresentanza del Comitato Centrale del movimento Fatah e la nostra decisione è unanime. Sopra di noi c’è il Presidente (Mahmoud Abbas). Siamo di fronte a una fase di lotta unita e unitaria.

“Questa è un’opportunità storica per mantenere lo slancio e il consenso nazionale, regionale e internazionale, come incubatore del progetto di stato per affrontare questa occupazione.

“La reazione della nostra gente ha mostrato che esiste un consenso nazionale per rifiutare il complotto americano-israeliano”.

Versioni integrali: Quds Press e PIC

Traduzione per InfoPal di Angela Lano