I detenuti intensificano le loro proteste contro l’amministrazione penitenziaria israeliana

Quds Press. I detenuti nelle carceri dell’occupazione hanno deciso di chiudere le sezioni, questo pomeriggio, martedì, e di non uscire per i controlli di sicurezza, in segno di protesta contro le misure arbitrarie contro le prigioniere e i prigionieri rinchiusi nelle strutture del Negev/an-Naqab, Ofer e Megiddo.

Circa 120 prigionieri nel carcere del Negev continuano il loro sciopero della fame per il secondo giorno consecutivo. Protestando contro le misure punitive nei loro confronti.

Oggi, martedì, l’Autorità per gli affari dei detenuti (affiliata all’Autorità Palestinese) ha riferito che nel carcere del deserto del Negev regna la tensione, dopo che l’amministrazione penitenziaria ha imposto dure sanzioni ai detenuti nelle sezioni 26 e 27, tagliando elettricità e acqua calda, e impedendo l’ingresso di cibo.

Nella prigione di Damon, l’amministrazione carceraria ha isolato la rappresentante delle detenute, Yasmine Shaaban, dopo averla aggredita.

L’Ufficio Informazioni sui Prigionieri ha dichiarato in una nota che l’amministrazione carceraria ha rimosso apparecchi elettrici e ha imposto dure sanzioni ai prigionieri.

Fonti dei media hanno riferito che la sessione di dialogo, che si è tenuta ieri nel carcere del Negev tra i detenuti e il Servizio penitenziario, è fallita.

Il ministro della Sicurezza dell’occupazione, l’estremista Itamar Ben Gvir, ha minacciato di inasprire le condizioni di detenzione dei prigionieri, di interrompere la loro dislocazione all’interno delle carceri basata sull’appartenenza politica, di abolire quello che è noto come “il dober”, cioè il rappresentante dei detenuti, e impedire loro di cucinare il proprio cibo, o di acquistarlo dalla drogheria del carcere.