La Knesset approva la revoca della nazionalità e della cittadinanza ai prigionieri palestinesi

Nazareth-Quds Press e PIC. La Knesset (parlamento di occupazione) israeliana ha approvato lunedì sera la prima lettura di un disegno di legge per revocare la cittadinanza o la residenza a ogni prigioniero palestinese che riceva fondi dall’Autorità Palestinese. 

Il disegno di legge è passato con 89 voti a favore e 8 contrari, con un ampio sostegno sia da parte della coalizione che dell’opposizione.

Secondo la proposta di legge, chiunque sia stato condannato al carcere per aver partecipato ad “attività ostili” e riceva finanziamenti dall’Autorità Palestinese è passibile di revoca della cittadinanza o della residenza israeliana e sarà esiliato in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza. 

Secondo la bozza pubblicata pochi giorni fa, la persona che è stata giudicata colpevole di aver effettuato operazioni e condannata alla reclusione sarà deportata in Cisgiordania, e qualsiasi cittadino che detenga la cittadinanza israeliana o risieda nella Gerusalemme occupata e abbia accettato di ricevere denaro dall’Autorità palestinese, direttamente o tramite entità straniere, come stipendio o compenso, in cambio di lavoro di resistenza o altra violazione che pregiudichi gravemente la sicurezza dello Stato, si auto-certifica di rinunciare allo status di cittadino o di residente.

Il progetto di legge prevede che “il ministro dell’Interno debba approvare, entro 14 giorni, la revoca della cittadinanza o nazionalità e l’espulsione dei prigionieri palestinesi che hanno ricevuto indennità dall’Autorità Palestinese, mentre il ministro della Giustizia deve approvare la decisione entro sette giorni, e il tribunale entro 30 giorni”.

Il progetto di legge è un’iniziativa congiunta tra i membri della coalizione di governo e di opposizione.

La proposta afferma che il processo includerà “controlli e contrappesi” per garantire che i diritti della persona in questione non vengano violati.

La proposta di legge è stata presentata per la prima volta il 9 gennaio 2023 e lunedì 30 gennaio è stata discussa in una commissione congiunta della Knesset, che ha approvato il processo legislativo accelerato.