I palestinesi non si muovono (#not_budging) da al-Aqsa

Gerusalemme/al-Quds – MEMO. Di Anjuman Rahman. Le immagini di fedeli palestinesi che fissano le forze d’occupazione israeliane durante i raid alla moschea di al-Aqsa, mentre sembrano stupiti a causa delle incursioni di massa di gruppi di coloni nella Gerusalemme Est occupata, sono diventate virali sui social media.

Lo sguardo di sfida negli occhi di una giovane donna palestinese mentre fissa un soldato israeliano armato ha suscitato la frase “non si muove”, che deriva da una popolare canzone palestinese di Kifah Zraiqi, intitolata “Io sono il figlio di Gerusalemme”, o “ana Ibn-il-Quds”, per iniziare a creare la tendenza sui social.

Nella canzone, Zraiqi dice: “Sono il figlio di Gerusalemme, non mi muovo, rimango [seduto] proprio qui”.

Gli utenti dei social media hanno iniziato a vedere le potenti risposte venerdì, quando più di 150 palestinesi sono rimasti feriti all’alba mentre le forze d’occupazione israeliane hanno preso d’assalto i cortili della moschea di al-Aqsa.

I palestinesi sono stati feriti con proiettili di metallo ricoperti di gomma e gas lacrimogeni, e sono stati picchiati dalle forze israeliane, che hanno anche sparato una raffica di granate stordenti.

In una nota, il Dipartimento per i beni religiosi islamici di Gerusalemme ha affermato che una delle guardie della moschea è stata colpita all’occhio con un proiettile di metallo rivestito di gomma.

Testimoni oculari hanno dichiarato all’agenzia Anadolu che le forze israeliane hanno inseguito i fedeli e li hanno picchiati nei cortili della moschea.

Migliaia di fedeli si trovavano nella moschea, recitando la preghiera del mattino.

Un’altra immagine importante che è stata condivisa migliaia di volte è quella di un uomo palestinese tranquillamente sdraiato su un fianco, mentre guarda un gruppo di soldati israeliani completamente armati in piedi di fronte a lui.

Nel frattempo, anche i bambini hanno coraggiosamente preso posizione contro la violenza inflitta dai soldati e dai coloni israeliani, sedendosi nelle vicinanze e recitando il Corano.

Khair Eddin Aljabri, un produttore senior di Arabic Post, ha scritto su Twitter: “Un altro tuono dal cuore coraggioso. Un bambino palestinese di Gerusalemme sfida i coloni e si siede sul percorso per il loro assalto alla moschea di al-Aqsa questa mattina”.

La tensione è aumentata, dall’inizio di aprile, nei Territori palestinesi occupati, tra ripetute le campagne d’arresti nella Cisgiordania occupata.

Giovedì mattina, i fedeli musulmani nella moschea di al-Aqsa sono stati brutalmente attaccati dalle forze d’occupazione.

Le forze d’occupazione israeliane hanno assediato i giovani all’interno della moschea di al-Aqsa e hanno sparato contro di loro proiettili di metallo ricoperti di gomma e lacrimogeni. Un anziano è stato ferito con un proiettile di metallo ricoperto di gomma, ed i giornalisti sono stati tenuti fuori dalla moschea.

Le incursioni quotidiane dei coloni nel complesso della moschea di al-Aqsa per celebrare la settimana della Pasqua ebraica hanno ulteriormente infiammato la situazione.

Al-Aqsa è il terzo luogo sacro al mondo per i musulmani. Gli ebrei chiamano l’area il “Monte del Tempio”, sostenendo che sia il sito di due templi ebraici dell’antichità.

Israele ha occupato Gerusalemme Est, dove si trova al-Aqsa, durante la guerra arabo-israeliana del 1967. Ha annesso l’intera città nel 1980, con una mossa mai riconosciuta dalla comunità internazionale.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.