I palestinesi verso l’unità nazionale. Israele e Usa preoccupati

Di Talal Khrais.

Sia gli Stati Uniti che Israele esprimono forti preoccupazioni per la riconciliazione avvenuta tra il Movimento di Hamas e l’Autorità nazionale palestinese (Anp) guidato da Abu Mazen (Mahmud Abbas). Secondo la loro logica, i palestinesi devono rimanere divisi e lacerati, perché solo così lo Stato ebraico può continuare l’occupazione dei territori palestinesi dove dovrebbe nascere il futuro Stato della Palestina.

Ma è giusto ricordare le diverse fasi della frattura in seno al movimento palestinese.

La frattura tra Fatah e Hamas avviene nel 2007. Paesi arabi e amici tentano, nel marzo 2008, i primi passi per riavviare un dialogo tra le fazioni rivali, che aveva avuto inizio a seguito della vittoria del Movimento Hamas.

Il 14 giugno 2007, le divisioni inter-palestinesi portano a una separazione del territorio e al controllo dell’intera Striscia di Gaza da parte di Hamas.

Nel 2008,  Fatah e Hamas si impegnano a riprendere il dialogo in vista di una riconciliazione, firmando a Sana’ un documento congiunto, su iniziativa dello Yemen. Tale episodio resta lettera morta a seguito di divergenze di interpretazione.

Nel 2010 i movimenti palestinesi avviano un ciclo di riunioni al Cairo incentrate sulla creazione di un governo di intesa nazionale, sulla riconciliazione, sulla ristrutturazione dei servizi di sicurezza e dell’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) e sulla preparazione di elezioni presidenziali e legislative.

Nel 2011, il presidente egiziano Hosni Mubarak, il cui Paese sostiene la riconciliazione, viene deposto.

La svolta avviene il 6 febbraio 2012: Fatah e Hamas raggiungono un’ intesa secondo cui Abu Mazen guiderà il governo di transizione sulla base di un accordo firmato a  Doha. Il presidente palestinese Abu Mazen deve scegliere fra la riconciliazione con Hamas e il cammino della pace con Israele. E’ quanto ha ribadito il  Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, commentando l’accordo di Doha.

“Se Abu Mazen applica ciò che è stato firmato a Doha, sceglierà di abbandonare il cammino della pace, per Hamas”, ha dichiarato Netanyahu, il cui commento è stato preso da un comunicato diramato dal suo ufficio, dopo la firma in Qatar di una dichiarazione congiunta tra Abu Mazen e dal capo di Hamas, Khaled Meshaal, per dare applicazione al loro accordo di riconciliazione.

Come abbiamo visto, i palestinesi hanno scelto la loro unità a discapito di una pace senza territorio.

L’accordo è stato raggiunto grazie alla mediazione dell’Emiro del Qatar, Hamad Bin Jassim, e prevede, prima di tutto, la nomina dell’attuale presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), alla guida del governo ad interim che dovrà sovrintendere ai preparativi per le prossime elezioni presidenziali e legislative, le prime da quelle che nel 2006 videro la vittoria di Hamas, da tenersi in tempi ristretti.

“I due partiti hanno deciso che il presidente Abu Mazen dirigerà un governo di unità nazionale, formato da indipendenti e tecnici, incaricato di controllare lo svolgimento delle elezioni”, ha precisato il responsabile che ha partecipato ai colloqui di Doha.

La riunione tra Abu Mazen e Meshaal si è svolta a Doha sotto l’egida dei responsabili del Qatar, attivamente coinvolti nella riconciliazione inter-palestinese.