Il convoglio umanitario del CICR finisce sotto il fuoco israeliano a Gaza

Gaza. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha dichiarato martedì sera che un suo convoglio di aiuti umanitari è finito sotto il fuoco delle forze di occupazione israeliane (IOF) nella Striscia di Gaza.

Il CICR ha affermato che il convoglio di cinque camion e due veicoli trasportava forniture mediche alle strutture sanitarie della Mezzaluna Rossa, compreso l’ospedale Al-Quds. Un conducente è rimasto leggermente ferito e due camion sono rimasti danneggiati.

Il convoglio ha cambiato percorso ed è riuscito a proseguire fino all’ospedale Al-Shifa, dove ha consegnato i rifornimenti. Secondo il CICR, ha poi accompagnato sei ambulanze che trasportavano pazienti gravemente feriti al valico di frontiera di Rafah con l’Egitto.

Il CICR ha affermato di essere “profondamente turbato dal fatto che il suo convoglio umanitario a Gaza sia stato preso di mira, martedì”.

“Queste non sono le condizioni in cui il personale umanitario può lavorare”, ha detto in una nota William Schomburg, capo della sottodelegazione del CICR a Gaza.

“Siamo qui per portare assistenza urgente ai civili bisognosi. Garantire che gli aiuti vitali possano raggiungere le strutture mediche è un obbligo legale ai sensi del diritto umanitario internazionale”, ha aggiunto Schomburg.

Da parte sua, la Mezzaluna Rossa ha affermato che le IOF hanno aperto il fuoco contro il convoglio del CICR che trasportava aiuti medici e alimentari alle strutture sanitarie, compreso l’ospedale Al-Quds.

La Mezzaluna Rossa ha lanciato un appello alla comunità internazionale e alle organizzazioni umanitarie affinché agiscano per fermare gli attacchi israeliani ai convogli umanitari e medici.

La Mezzaluna Rossa ha affermato che tali attacchi israeliani impediscono alle istituzioni di inviare aiuti umanitari al Governatorato di Gaza e alle aree settentrionali della Striscia.

La Mezzaluna Rossa ha sottolineato la necessità di compiere ulteriori tentativi per garantire agli ospedali maggiori aiuti, oltre alle “forniture di carburante” – che non sono entrate nell’intera Striscia di Gaza dall’inizio della guerra.

Ha anche chiesto di fornire cibo e acqua al nord di Gaza, cosa che è diventata una sfida importante.

(Fonti: PIC e Quds Press).