Il parlamento israeliano approva legge razzista che proibisce riunificazione familiare

Giovedì sera, la Knesset israeliana (parlamento) ha approvato l’estensione di una legge che vieta ai palestinesi della Cisgiordania o di Gaza, sposati con cittadini palestinesi di Israele, di ottenere la cittadinanza o la residenza, impedendo, di fatto, la riunificazione familiare.

Il canale ufficiale ebraico, Kan, ha affermato che “l’estensione della cosiddetta legge (di cittadinanza) è stata approvata nella seconda e terza lettura della Knesset nella sua interezza”, una legge che include una clausola che vieta la riunificazione delle famiglie palestinesi nelle quali uno dei coniugi è residente in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza.
Secondo il sito web Arab 48, il governo israeliano ha approvato la legge, con una maggioranza di 45 voti a favore e 15 contrari.
Da parte sua, il Catholic Center for Human Rights (organizzazione non governativa palestinese) ha dichiarato in un breve comunicato, pubblicato sulla sua pagina ufficiale su FB: “Presenteremo una petizione contro la legge razzista e contro la sua applicazione retroattiva”.

Si tratta della legge “Riunificazione” emanata dalla Knesset nel 2003, e rimasta in vigore fino a luglio 2021, che vieta la riunificazione dei gerosolimitani e di coloro che hanno la cittadinanza israeliana da un lato, e dei loro coniugi di Cisgiordania, Striscia di Gaza, Libano, Siria , Iraq e Iran, dall’altro. La legge era stata prorogata annualmente dalla Knesset dal 2003, ma lo scorso anno la sua votazione era stata più volte rinviata per poi essere approvata in prima lettura il 7 febbraio.

Sebbene Israele abbia affermato che la legge è stata approvata per motivi di sicurezza, si ritiene che, invece, sia basata su motivazioni razziste al fine di mantenere una maggioranza ebraica in Israele.

I gruppi per i diritti umani hanno da tempo avvertito della gravità di tale legge.

(Fonti: Quds Press, PIC, Wafa, MEMO).