Il warkeeper Blair inviato in Medio Oriente: 'Voglio due stati'.

MO: BLAIR INVIATO DEL QUARTETTO, VOGLIO DUE STATI
di Emanuele Riccardi
 
NEW YORK – Tony Blair, che oggi è stato nominato inviato del Quartetto per il Medio Oriente dopo essersi dimesso dalla carica di primo ministro britannico, non avrà solo il compito di mediare per raggiungere la pace tra israeliani e palestinesi. "La priorità assoluta" nella ricerca della pace è "una soluzione con due stati", ha detto durante la sua ultima apparizione ai Comuni in veste di premier. Blair ha ricevuto infatti un mandato molto più ampio dal cosidetto Quartetto sul Medio Oriente composto da Usa, Ue, Onu e Russia: quello di gettare le basi del futuro Stato palestinese, dalla costituzione al sistema elettorale, dalle regole economiche e di concorrenza all’organizzazione degli aiuti internazionali. Una impresa giudicata difficile, ma cruciale, dagli osservatori, in particolare dopo i recenti eventi di Gaza, ormai controllata dagli integralisti islamici di Hamas, che puntano alla distruzione di Israele. La nomina di Blair ad inviato per il Medio Oriente era data per scontata, ma non se ne conoscevano fino ad oggi con precisione i contorni, cioé obiettivi ben più ambiziosi di quelli tracciati per il predecessore dell’ex premier britannico, l’ex presidente della Banca Mondiale James Wolfensohn.

Una lunga dichiarazione del Quartetto, diffusa al Palazzo di Vetro dalla portavoce del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon Michelle Montas, evidenzia quattro obiettivi principali per la missione Blair, che "ha dimostrato da lungo tempo il proprio impegno per la questione palestinese". "In quanto inviato -ha aggiunto la portavoce di Ban- (Blair) mobiliterà l’assistenza internazionale ai palestinesi, lavorando in stretta collaborazione con i paesi donatori e gli organi di assistenza esistenti". Nella dichiarazione diffusa a New York il Quartetto aggiunge che l’ex premier dovrà occuparsi delle necessità istituzionali del futuro Stato palestinese, apportandovi il necessario appoggio internazionale, anche dal punto di vista legislativo. Oltre a gettare le basi di un piano di sviluppo economico e a curare le relazioni con gli altri paesi dell’area, rispettando ovviamente gli obiettivi del Quartetto. E cioé la creazione di uno Stato Palestinese che viva in pace con il suo vicino Israele. Ad assistere Blair, che parteciperà alla prossima riunione del quartetto, ci sarà una piccola squadra di esperti, basata a Gerusalemme.

Tra i primi a salutare il nuovo impegno dell’ex premier, il suo amico presidente degli Stati Uniti George W. Bush, si è detto "molto lieto che Blair possa portare avanti la sua opera per aiutare i palestinesi", come ha indicato il portavoce della Casa Bianca Tony Snow. Soddisfatta anche la Russia, che poco prima della nomina ufficiale aveva espresso il proprio appoggio a Blair per il tramite del ministro degli esteri Serghei Lavrov, dopo le perplessità dei giorni scorsi. Positive, infine, le reazioni del presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen) e del governo israeliano. Abu Mazen "lavorerà con Blair per giungere alla pace sulla base di due Stati", ha assicurato il negoziatore capo palestinese Saeb Erekat, mentre il portavoce del ministero degli esteri israeliano ha detto che lo stato ebraico si rallegra di lavorare con "un amico di Israele e dei palestinesi".

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