Inaugurazione dell’ambasciata israeliana, Hamas: “Il Bahrein ha pugnalato alle spalle la Palestina”

Presstv.ir/. Il movimento di resistenza Hamas ha considerato la recente decisione del Bahrein di consentire l’apertura dell’ambasciata israeliana a Manama come “una pugnalata alle spalle” dei palestinesi.

Parlando al sito di notizie Al-Araby Al-Jadeed, Musa Abu Marzuk, vice capo dell’Ufficio politico di Hamas, ha avvertito che la mossa metterà in pericolo la sicurezza del Bahrein.

“Crediamo che la questione danneggerà il futuro e la sicurezza del Bahrein. Crediamo anche che la fraterna nazione del Bahrein sia contraria”, ha spiegato. “La misura del governo del Bahrein equivale a un pugnalata alle spalle della nazione palestinese”.

Israele ha ufficialmente aperto la sua missione diplomatica a Manama durante una cerimonia tenutasi lunedì 4 settembre, alla presenza del ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen e del suo omologo del Bahrein, Abdullatif bin Rashid Al Zayani.

Ciò avviene tre anni dopo che entrambe le parti avevano normalizzato i rapporti come parte di un accordo mediato dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

“La normalizzazione con Israele offusca l’immagine saudita nel mondo musulmano”.

Nel suo intervento il funzionario di Hamas ha fatto riferimento anche agli ultimi rapporti riguardanti un accordo sulle linee generali di un patto di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita, mediato dagli Stati Uniti.

Secondo l’accordo, l’Arabia Saudita garantirebbe il sostegno statunitense per un programma nucleare civile, nonché l’accesso ad armi avanzate. In cambio, il Regno farebbe passi importanti per prendere le distanze dalla Cina e Israele e consentirebbe la nascita di uno stato palestinese indipendente.

Alcuni rapporti affermano che l’Arabia Saudita si è offerta di riprendere gli aiuti finanziari all’Autorità Palestinese (ANP), a corto di soldi, nel tentativo di ottenere il sostegno di Ramallah per l’accordo di normalizzazione con Israele.

Abu Marzuk ha esortato Riyadh a interrompere i colloqui di normalizzazione con Tel Aviv poiché avrebbero offuscato l’immagine del regno nel mondo arabo e islamico.

“L’occupazione è il nostro problema principale. La resistenza continuerà fino allo sradicamento di questo tumore e all’espulsione degli occupanti dal suolo palestinese, così come dal Libano e dalla Siria”, ha affermato.

“Abbiamo un obiettivo strategico… unire l’intera Ummah musulmana per difendere al-Quds occupata e affrontare il regime di occupazione. Il regime sionista è il nostro nemico comune e ha occupato tre paesi arabi”.

Ha anche elogiato l’alto livello di coordinamento tra la resistenza palestinese e altri gruppi di resistenza, che pone sfide al nemico sionista nella regione.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi