Ingegnere palestinese usa approccio innovativo per purificare l’acqua

Gaza – MEMO. La comunità internazionale ha celebrato il 28 luglio come Giornata mondiale per la conservazione della natura: riconoscere che un ambiente sano è la base per una società stabile e sana, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Anadolu.

Secondo il guardaboschi e politico statunitense Gifford Pinchot, “conservazione significa l’uso saggio della terra e delle sue risorse per il bene duraturo degli uomini”.

Ispirato da questa filosofia, l’ingegnere palestinese Salah al-Saadi, della Striscia di Gaza, ha creato un metodo ecologico e privo di sostanze chimiche per purificare le acque sotterranee dai nitrati e dai sali, utilizzando elementi naturali come i semi delle piante.

Sono trascorsi più di due anni di ricerca, sfociata nella creazione di un metodo di filtrazione chiamato “Filtro blu”, che prevede il trattamento delle acque sotterranee inquinate della Striscia di Gaza, con alte concentrazioni di nitrati.

“La concentrazione di nitrati nell’acqua è molto alta e la sfida principale nella purificazione è l’alto costo. Così ho iniziato – durante gli studi del mio master – a condurre le mie ricerche per trovare un approccio economico, sicuro e rispettoso dell’ambiente”, ha dichiarato al-Saadi all’agenzia Anadolu.

Secondo al-Saadi, il suo progetto mira a massimizzare la capacità di fornire acqua utilizzabile alle famiglie e agli agricoltori, soprattutto perché oltre il 90% delle famiglie a Gaza riceve acqua inquinata. La ricerca mostra che il livello di nitrati nell’acqua della Striscia di Gaza è 10 volte superiore alla media internazionale determinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

“Incorporo le mie conoscenze di ingegnere in chimica industriale, acqua e ambiente con l’imprenditorialità per trovare una soluzione ai problemi idrici a Gaza, e ora uso diversi tipi di semi di piante come filtri”, ha spiegato.

Al-Saadi ha aggiunto di aver usato semi di chia, che ha portato alla rimozione del 94% dei nitrati nel campione d’acqua che ha utilizzato. Ha sottolineato che la maggior parte delle acque sotterranee di Gaza è inquinata da acqua salata del mare e nitrati e solo il 4% della quantità totale è utilizzabile per bere.

“Tutte queste sfide mi hanno costretto a cercare uno schema che aiuti a ridurre la quantità d’acqua persa durante il processo di trattamento e che protegga l’ambiente da eventuali effetti collaterali indesiderati. D’altra parte, viviamo in una zona di crisi in cui tutto è limitato, quindi la scelta è di dipendere dalla natura stessa”, ha aggiunto.

Al-Saadi, che è il capo del dipartimento delle industrie di ingegneria del ministero dell’Economia palestinese, ha sottolineato che sta lavorando per incoraggiare questa metodologia rivolta a soluzioni per i problemi ambientali a Gaza tra gli studenti che si stanno formando con lui.

“Il progetto raggiungerà una sostenibilità continua perché non vi è alcuna perdita nella quantità di acqua purificata, poiché lavora per sfruttare tutte le componenti del progetto per migliorare la produttività e ridurre i danni ambientali. Il ‘filtro blu’ è una visione palestinese per l’occupazione giovanile, per lo sviluppo del settore idrico e agricolo e per la creatività nella produzione palestinese”, ha dichiarato all’Agenzia Anadolu.

Al-Saadi ha messo alla prova il progetto con decine di agricoltori nella Striscia di Gaza e sta ancora lavorando per permettere la sua espansione e rendere il suo metodo praticabile per gli agricoltori e le famiglie.

Ha sottolineato che il blocco imposto da Israele alla Striscia di Gaza nel 2007 ha reso la vita più difficile e ha portato alla mancanza di attrezzature per la gestione e la purificazione dell’acqua.

“È un lavoro duro, in condizioni complicate, ma lavoriamo quotidianamente per migliorare la qualità del lavoro. Abbiamo terminato la prima fase di creazione di un’applicazione per smartphone con l’iniziativa di rendere più facile ed efficace il contatto con gli utenti”, ha affermato.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.