Israele, distruttore del Libano, si atteggia a salvatore: la strategia del “bluewashing”

Smiling girl writes on munition as others look onE.I. Anche in mezzo alla catastrofe, l’ipocrisia di Israele non conosce limiti. Martedì una massiccia esplosione ha scosso Beirut, uccidendo almeno 135 persone, ferendone più di 5.000 e sfollandone centinaia di migliaia. È probabile che il bilancio delle vittime aumenti mentre i soccorritori perlustrano la devastata capitale libanese. Nell’esplosione poco e’ rimasto indenne, infatti i cittadini hanno pubblicato foto e video di case distrutte, auto danneggiate ed edifici crollati in tutta la città. La causa dell’esplosione resta sotto inchiesta. I funzionari libanesi l’hanno collegata a 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio immagazzinate negli ultimi sei anni nei magazzini del porto senza precauzioni di sicurezza.

Israele, nel frattempo, sta sfruttando la tragedia per cancellare i propri crimini contro il Libano, distrarre dall’occupazione militare e lucidare la sua immagine internazionale. Una strategia di propaganda chiamata “bluewashing”.

Bluewashing.

Israele ha annunciato che stava offrendo aiuti umanitari al Libano attraverso i canali diplomatici. Yair Lapid, ex-ministro delle Finanze israeliano, ha twittato: “Invio le mie più sentite condoglianze ai residenti di Beirut durante questo periodo difficile e auguro una pronta guarigione a tutti i feriti”.

Il presidente di Israele, Reuven Rivlin, ha scritto: “Condividiamo il dolore del popolo libanese e cerchiamo sinceramente di offrire il nostro aiuto in questo momento difficile”. Il tutto condividendo un tweet del ministero della Difesa israeliano: “In base alla direttiva del ministro della Difesa Benny Gantz e del ministro degli Esteri Gabi Ashkenazi, lo Stato di Israele ha offerto assistenza medica e umanitaria al Libano attraverso la difesa internazionale e funzionari politici”.

Anche l’Israeli Defence Force ha fatto sentire la sua vicinanza: “Sotto la guida di @Israel_MOD e @IsraelMFA, Israele si è offerta di inviare assistenza umanitaria e medica in Libano tramite canali di sicurezza e internazionali. Questo è il momento di trascendere il conflitto”.

Mercoledì sera, Tel Aviv ha persino illuminato il suo municipio con la bandiera libanese.

“L’edificio del municipio è illuminato stasera con la bandiera libanese. I nostri cuori e pensieri sono con il popolo libanese e con tutti coloro che sono stati colpiti dal terribile disastro di Beirut”.

L’ipocrisia mozzafiato non è passata inosservata agli utenti di Twitter che hanno pubblicato immagini famigerate scattate durante l’invasione del Libano da parte di Israele nel 2006 che mostravano bambini israeliani che scrivevano messaggi su proiettili di artiglieria prima che l’esercito li sparasse in Libano (vedi foto di copertina, ndr).

“I tuoi cesti regalo saranno firmati proprio come i tuoi missili?”, ha scritto un utente dei social media. Le offerte di aiuti “umanitari” provengono dallo stesso paese che ha ucciso e ferito decine di migliaia di civili palestinesi e libanesi e minaccia regolarmente di distruggere le infrastrutture civili del Libano come ha fatto più e più volte.

Durante l’invasione del 2006, Israele lanciò oltre un milione di munizioni a grappolo.

“Quello che abbiamo fatto è stato folle e mostruoso, abbiamo coperto intere città con bombe a grappolo”, ha detto un ufficiale dell’esercito israeliano al quotidiano di Tel Aviv Haaretz.

Nel corso di quella guerra, Israele sganciò circa 7.000 bombe e missili e bombardò anche tutte le parti del Libano con artiglieria terrestre e navale. Più di 1.100 persone furono uccise e circa 4.400 ferite, la stragrande maggioranza civili.

Un’indagine di Human Rights Watch smentì completamente le affermazioni di Israele secondo cui l’orribile bilancio era il risultato di “danni collaterali” perché i combattenti di Hezbollah si nascondevano tra i civili o li usavano come “scudi umani”.

Human Rights Watch concluse che Israele aveva preso di mira indiscriminatamente aree civili – una strategia nota come “Dottrina Dahiya”, dal nome del sobborgo meridionale di Beirut che Israele deliberatamente rase al suolo.

E i leader israeliani minacciano spesso di farlo di nuovo.

Nel 2018, ad esempio, Yisrael Katz, un membro di spicco del governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, minacciò di bombardare il Libano riducendolo all'”età della pietra” e “all’era degli uomini delle caverne”.

E solo pochi giorni fa, dopo aver affermato che i combattenti di Hezbollah avevano tentato di attaccare l’esercito israeliano oltre il confine, Netanyahu ha alluso alla guerra del 2006.

Il leader israeliano ha dichiarato il 27 luglio che nel 2006 il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah “commise un grande errore nel testare la determinazione di Israele a difendersi, e lo stato libanese pagò un prezzo pesante per questo”.

“Suggerisco che non ripeta questo errore”, ha aggiunto Netanyahu – una minaccia appena velata di ripetere la stessa massiccia distruzione.

Netanyahu ha ripetuto le sue minacce poche ore prima dell’esplosione di Beirut.

Diffondendo voci.

Per dare maggior valore alla propaganda, secondo quanto riferito, Israele insiste per mantenere i segni ebraici su qualsiasi spedizione di aiuti che potrebbe raggiungere il Libano, sebbene il Libano sia quasi certo di rifiutare tali aiuti.

“La mia storia esclusiva su @kann_news: Israele è in una fase avanzata del trasferimento di aiuti specifici al Libano attraverso le Nazioni Unite. Israele ha iniziato a preparare la logistica per questo trasferimento e vorrebbe mantenere il marchio ebraico sull’attrezzatura stessa, quindi sarà chiaro chi ha inviato gli aiuti”, dichiara così la judoka israeliana Gili Cohen, che ha lodato la presunta missione umanitaria.

Nel frattempo, Israele si è affrettato a diffondere voci infondate che accusavano Hezbollah dell’esplosione.

“Dopo la tragedia di Beirut, Israele ha ufficialmente offerto assistenza umanitaria al Libano”, ha twittato 4IL, un canale di propaganda del ministero degli Affari Strategici di Israele.

“Ciò avviene nonostante le prove che l’esplosione sia derivata da un magazzino di munizioni di Hezbollah”, aggiunge il racconto. Assolutamente nessuna prova del genere è venuta alla luce.

L’ONU loda Israele.

Israele viola regolarmente lo spazio aereo e la sovranità libanese, facendo volare aerei senza pilota e jet da combattimento nel sud del Paese e persino nella sua capitale.

Invece di condannare tali violazioni e chiedere giustizia per le vittime dei crimini di guerra israeliani in Libano, Nickolay Mladenov, l’inviato di pace delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, ha lodato Israele per aver offerto aiuto: “Tragedia insondabile che si svolge a #Beirut. La regione e il mondo devono unirsi per aiutare il popolo del #Libano in questo periodo di angoscia. #Israele ha già offerto assistenza tramite #UN. #BeirutBlast”.

Mladenov sembrava usare cinicamente la tragedia come un’opportunità per portare avanti un’agenda politica di normalizzazione dei legami regionali con Israele.

L’account Twitter della propaganda in lingua araba di Israele ha continuato a lanciare spudorate affermazioni di “solidarietà” con il popolo libanese, mostrando foto, collage ed immagini raffiguranti la bandiera libanese accanto alla bandiera israeliana.

Tuttavia, non tutti erano in messaggio.

Moshe Feiglin, l’ex vice presidente della Knesset israeliana, ha celebrato l’esplosione a Beirut come uno “spettacolo pirotecnico spettacolare” e una “celebrazione meravigliosa” che coincide con una data contrassegnata dagli ebrei come festa d’amore.

Questo è lo stesso Feiglin che durante l’assalto israeliano del 2014 a Gaza propose un piano per “concentrare” i palestinesi nei campi di confine e “sterminare” chiunque resistesse, distruggendo tutte le abitazioni e le infrastrutture civili.

Ma la maggior parte dei politici israeliani apparentemente ha ricevuto il promemoria che questo tipo di dichiarazioni non è l’immagine che Israele vuole inviare.

Anche se Israele illumina il municipio di Tel Aviv in una cinica dimostrazione di sostegno, pochi libanesi dimenticheranno che quasi 14 anni fa Israele stava illuminando i cieli del Libano con missili e bombe.

Traduzione e aggiunte per InfoPal di L.P.