Israele espande l’uso della detenzione amministrativa contro i cittadini palestinesi

Tel Aviv – Quds News Network. Nel corso dell’offensiva aerea e di terra israeliana nella Striscia di Gaza e del tragico bilancio umano che ne è derivato, con almeno 23 mila palestinesi, prevalentemente civili, uccisi fino ad oggi, i cittadini palestinesi di Israele stanno affrontando una ulteriore persecuzione.

I rapporti rivelano che centinaia di persone sono state arrestate o interrogate, principalmente in base all’attività sui social media, e decine rischiano la sospensione o il licenziamento dalle istituzioni accademiche israeliane. Inoltre, un recente emendamento alla legge antiterrorismo di Israele ha introdotto livelli di sorveglianza senza precedenti.

In mezzo a queste sfide, è emerso uno sviluppo meno evidente ma altrettanto preoccupante: dal 7 ottobre, Israele ha posto sette cittadini palestinesi in detenzione amministrativa, uno strumento tipicamente usato contro i palestinesi nei Territori occupati. Tale pratica consente l’incarcerazione arbitraria senza procedimenti legali standard basati su prove segrete.

Mentre la detenzione amministrativa è stata comunemente usata nei Territori occupati, la sua applicazione contro i palestinesi con cittadinanza israeliana è rara da quando fu abolito il regime militare all’interno dello Stato, nel 1966. Tuttavia, gli eventi recenti indicano un allontanamento da questa tendenza storica, con sette casi segnalati dal 7 ottobre.

All’inizio di quest’anno, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano di destra Itamar Ben-Gvir ha proposto di espandere l’uso della detenzione amministrativa contro i cittadini palestinesi, presumibilmente per affrontare il problema della criminalità organizzata e della violenza con armi da fuoco all’interno delle comunità arabe in Israele.

Questa proposta ha incontrato una forte opposizione da parte delle organizzazioni per i diritti umani e dei gruppi della società civile che temono un utilizzo improprio più ampio al di là della lotta contro la criminalità, soprattutto in seguito alle segnalazioni secondo le quali la polizia e le forze di sicurezza israeliane ne stavano facilitando l’uso all’interno della comunità araba.

Sebbene la proposta iniziale non si sia concretizzata, la recente impennata di detenzioni amministrative contro cittadini palestinesi suggerisce un cambiamento, che viene giustificato dalla guerra in corso a Gaza.

Il numero di casi è passato da tre detenuti, circa un mese e mezzo fa, a sette, secondo l’avvocato per i diritti umani Sawsan Zaher, che rappresenta i detenuti di Arraba e Sakhnin.

I difensori dei diritti umani sostengono che queste detenzioni costituiscono un preoccupante peggioramento e una nuova ondata di repressione contro la società araba. I critici sottolineano la preoccupazione che gli arresti standard siano diminuiti, rendendo la detenzione amministrativa uno strumento interessante per le forze di sicurezza, in quanto non richiede la presentazione di prove.

In uno di questi casi, Jaber Mahajneh di Umm al-Fahem è stato arrestato dallo Shin Bet, l’agenzia di intelligence interna di Israele. Nonostante non ci fossero prove gravi a suo carico, Mahajneh ha ricevuto un ordine di detenzione amministrativa firmato dal ministro della Difesa Yoav Gallant, che ne ha permesso l’incarcerazione per tre mesi.

I detenuti di varie città sono stati presi di mira per motivi legati alla loro religione o a presunti legami con gruppi ritenuti pericolosi per la sicurezza.

I critici sostengono che l’uso della detenzione amministrativa come misura preventiva viola i diritti dei cittadini e consente alle autorità israeliane di violare le loro libertà senza prove concrete.

Traduzione per InfoPal di F.L.