Israele ha approvato la costruzione di 198 unità abitative in Cisgiordania

Ma’an. Mercoledì 16 gennaio i media ebraici hanno reso noto che il ministero degli alloggi israeliano ha pubblicato gare d’appalto per la costruzione di 198 nuove unità abitative in Cisgiordania.

Il sito web Ynet News, la versione elettronica del quotidiano ebraico Yediot Ahronot, sottolineando la tempistica, poco prima delle elezioni, ha riferito che il ministero ha invitato le imprese edili a fare le loro offerte per due progetti, uno a Efrat e l’altro a Kiryat Arba.

Entrambi gli insediamenti si trovano nella zona di Hebron, in Cisgiordania, e sono considerati illegali secondo il diritto internazionale.

L’annuncio è arrivato a due settimane dalle elezioni israeliane, nelle quali la lista congiunta del primo ministro uscente è data per vincente. Benjamin Netanyahu ha più volte promesso di portare avanti le attività negli insediamenti della Cisgiordania occupata, Gerusalemme Est compresa, e di ampliarli durante il suo mandato.

La sfidante centrista di Netanyahu, l’ex ministro degli Esteri e negoziatore di pace Tzipi Livni, ha costruito la sua campagna elettorale intorno all’isolamento internazionale, in cui si trova lo Stato ebraico, sotto la guida di Netanyahu.

Peace Now, un’organizzazione israeliana anti-insediamenti, ha reso noto che nel 2012, i progetti di costruzione approvati hanno superato di gran lunga, raggiungendo un “livello record”, i due anni precedenti.

Peace Now ha aggiunto che solo nell’anno appena concluso, le autorità israeliane hanno indetto gare d’appalto per la costruzione di un totale di 3148 unità abitative, il numero più alto mai raggiunto nell’ultimo decennio, largamente superiore alle 1.321 del 2011 e le 663 del 2010.

L’organizzazione israeliana ha dichiarato: “Le politiche di Netanyahu in materia di insediamenti rivelano la sua chiara intenzione di utilizzare questi ultimi per minare sistematicamente e rendere impossibile una realistica e praticabile soluzione del conflitto israelo-palestinese, basata sulla scelta dei due Stati”.

Quasi il 40% dei nuovi cantieri sorgono nelle zone chiamate da Peace Now “insediamenti isolati”, e non in quelle agglomerazioni urbanistiche che il governo israeliano ha deciso di mantenere a prescindere di qualsiasi accordo con i palestinesi.

Sempre mercoledì, l’ufficio di Netanyahu non ha voluto commentare l’editoriale, privo di fonti, dello scrittore statunitense Jeffrey Goldberg, secondo il quale, “Obama sarebbe rimasto deluso dalle nuove costruzioni in Cisgiordania”.

Goldberg, nel suo editoriale pubblicato martedì da Bloomberg, ha scritto: “Obama ha più volte detto in privato che Israele non conosce bene i propri interessi”.

Goldberg ha aggiunto: “Sembra che Obama consideri il primo ministro israeliano come un codardo politico, un leader essenzialmente indiscusso, che tuttavia, non è disposto spendere il suo capitale politico per giungere ad un compromesso”.