Israele ha chiaramente commesso tre atti su cinque definiti come genocidio, afferma un’avvocata palestinese-americana

Gaza-MEMO. Come segnala l’Agenzia Anadolu, le azioni di Israele nella Striscia di Gaza ricadono nella definizione di genocidio dato che – secondo quanto afferma l’avvocata palestinese-americana Lara Elborno – “ha chiaramente commesso tre dei cinque atti di genocidio definiti dai trattati internazionali”.

In un’intervista rilasciata all’Agenzia Anadolu, Elborno ha sostenuto che Israele deve essere ritenuto responsabile “per i suoi crimini, questa volta”.

“Se non dovesse essere ritenuto responsabile di tali crimini… allora dobbiamo chiederci cosa significherebbe questo, non solo per l’intero quadro delle leggi internazionali che è stato elaborato dopo la Seconda guerra mondiale allo scopo di prevenire e sanzionare il genocidio, ma anche per le istituzioni internazionali che sono state create al fine di promuovere la responsabilità penale”, ha affermato.

Se non si agisce ora, significa che le leggi e le istituzioni internazionali sono “sostanzialmente obsolete, completamente inefficaci e devono essere smantellate”, ha aggiunto.

Sull’attuale situazione nella Striscia di Gaza, Elborno ha sostenuto che Israele abbia espresso la propria intenzione di riprendere gli attacchi e di concentrarli nelle zone meridionali di Gaza dopo la fine della “cosiddetta pausa umanitaria”.

Elborno ha dichiarato che gli attacchi si stanno ora intensificando nella zona sud di Gaza, dove 1,7 milioni di palestinesi provenienti dal nord sono stati in precedenza costretti a rifugiarsi.

“Ciò che temo è che quello che abbiamo visto nelle scorse sei settimane in questa fase verrà ampiamente superato – in termini di brutalità, distruzione, uccisioni – a causa del fatto che Israele sta concentrando i suoi immani attacchi aerei, la sua brutalità e le sue distruzioni proprio nelle aeree in cui le famiglie si sono rifugiate”, ha asserito Elborno.

“Questo genocidio costituisce l’ultimo aspetto della violenza coloniale”.

Ha sottolineato che è essenziale che il mondo comprenda che “ciò che Israele sta compiendo in questo momento è un genocidio”.

“Tale genocidio costituisce l’ultimo aspetto della violenza della colonizzazione e della dominazione sul popolo palestinese nell’ambito di una campagna di pulizia etnica che dura da 75 anni, volta all’eliminazione fisica di tutti i palestinesi dalla Palestina a vantaggio dei coloni”, ha affermato Elborno.

“Dobbiamo condannare fortemente tutto questo, dobbiamo fermamente respingerlo e sostenere la libertà di tutte le persone, dal fiume al mare, a prescindere dalle loro origini”.

La legale palestinese-americana ha affermato che le azioni di Israele rientrano nella definizione giuridica di genocidio secondo lo Statuto di Roma e la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, nota anche come Convenzione sul genocidio.

“Il genocidio presuppone intenzionalità e azioni. Non solo ci sono state oltre un centinaio di dichiarazioni di intento genocida espresse ai massimi livelli militari e governativi israeliani dal 7 ottobre, ma Israele ha inoltre chiaramente commesso tre su cinque atti di genocidio in base ai trattati internazionali”, afferma Elborno.

La convenzione definisce il genocidio sulla base di cinque atti “commessi con l’intento di distruggere, in modo totale o parziale, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”, secondo l’Ufficio ONU per la Prevenzione del Genocidio e la Responsabilità di Proteggere.

Come ha spiegato Elborno, Israele è colpevole di tre dei cinque atti individuati dal testo della convenzione:

“uccisione di membri del gruppo”, “lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo” e “il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale”.

“Non si tratta semplicemente della mia opinione. È il parere di più di 800 studiosi in materia di genocidio, di almeno 47 ricercatori che si occupano di crimini di stato e di numerosi altri studiosi che si sono espressi in questa circostanza affermando che Israele sta commettendo un genocidio. Non si tratta solo di questo, ma della fase di annichilimento del genicidio”, ha puntualizzato.

“Non gli sarà possibile nascondersi”.

Elborno afferma che è ora in corso una “campagna di opinione” che riunisce gli sforzi volti a chiarire le responsabilità di Israele e dei suoi alleati.

“Abbiamo visto crescere una campagna di azioni internazionali di fronte alla Corte penale internazionale, di tentativi di organizzare e fare pressioni affinché uno stato invocasse la Convenzione sul genocidio di fronte al Tribunale internazionale dell’Aia, di sforzi portati avanti negli USA per perseguire l’amministrazione Biden per la violazione degli obblighi derivanti dalla Convenzione sul genocidio”.

“Stiamo vedendo e continueremo a vedere azioni legali intentate, perché questo è un genocidio e non gli sarà possibile nascondersi davanti alle corti di giustizia, dove dovranno rispondere del merito delle accuse”.

Sinora, quando al governo degli Stati Uniti è stata posta “la domanda sul genocidio, è stato evasivo, ha cercato di distrarre l’attenzione, ha evitato di rispondere, ma gli sarà invece richiesto di rispondere”, ha sostenuto Elborno.

“In effetti, un giudice gli ha già ordinato di rispondere nell’udienza che si terrà negli USA il 15 gennaio. La seguiremo con molta attenzione per vedere se emergeranno prospettive di responsabilità sotto il profilo del sistema legale”, ha aggiunto.

Elborno, che è anche un’attivista residente a Parigi, ha osservato che organizzare delle manifestazioni in favore della Palestina non è facile in Francia, dove le autorità hanno bandito tali proteste autorizzando anche l’impiego di tattiche violente, come l’uso di gas lacrimogeni.

“La situazione in Francia non è facile ma, nonostante questo, il popolo francese ha dimostrato grande solidarietà nei confronti dei palestinesi a fronte del genocidio in corso e continua a sostenerci ogni settimana nelle manifestazioni”, ha dichiarato.

“Ciascuno fa quanto gli è possibile, nonostante la repressione da parte dello stato”, ha aggiunto.

(Foto: Palestinesi iniziano a spostarsi nella zona meridionale della città a seguito degli attacchi israeliani a Khan Younis – Gaza, 4 dicembre 2023 [Mustafa Hassona – Agenzia Anadolu]).

Traduzione per InfoPal di Isabella Cecchi