La crisi di mezza età di Hamas.

 
La crisi di mezza età di Hamas
 
 Liane Sahouri, Ma’an News, 29 Settembre 2007 
 
Mentre il Presidente Palestinese Mahmoud Abbas fa gli occhi dolci per ottenere l’approvazione occidentale attraverso incontri di alto profilo con leader israeliani e internazionali, il governo palestinese de facto nella Striscia di Gaza è intrappolato in una piccola fetta di terra, assediata da tutti i lati da Israele e i suoi alleati.

Dal momento che Hamas ha stabilito il suo controllo sulla  Striscia di Gaza, dopo un periodo di provocazioni da parte della Sicurezza Preventiva, la forza ben armata ma piccola dell’uomo forte di Fatah, Mohammed Dahlan, il movimento si è sforzato di rigenerare relazioni ‘fraterne’ con Fatah.

 
Dall’inizio Hamas ha esplicitamente dichiarato che la questione non era con Fatah, ma con ciò che ha definito "elementi ammunitinati". 

Ad ogni occasione di riconciliazione Abbas ha chiesto che Hamas ristabilisca prima nella Striscia di Gaza lo stato precedente alla conquista di Giugno, una precondizione perché Fatah consideri la possibilità di riaprire negoziati con il movimento.


Se riservasse lo stesso trattamento ai suoi alleati israeliani, Abbas dovrebbe ordinare al Primo Ministro israeliano Ehud Olmert, prima di ogni colloquio, di restituire la Palestina allo stato in cui essa era prima della Naqba (la catastrofe) del 1948, durante la quale centinaia di migliaia di Palestinesi furono espulsi dalle loro terre da bande zioniste.

‘Moderato  

 
Mentre Abbas è considerato un ‘moderaro’ dall’occidente, un termine che si applica a tutti i leader orientali deboli e malleabili, il movimento di Hamas, democraticamente eletto dal popolo palestinese, continua ad essere classificato da Israele e diversi stati occidentali una organizzazione ‘terroristica’.

Hamas subisce incursioni quasi giornaliere nella sua enclave costiera. Ciò che l’intelligence israeliana ha descritto come il suo grosso arsenale di armi deve ora essere in condizioni misere, ed è evidentemente incapace di mettere in pratica il suo programma elettorale per via dell’embargo completo.

Hamas è un movimento che è stato castrato.

Mentre nazioni estere che affermano di essere preoccupate dalla crisi palestinese guardano a Condoleeza Rice, Hamas rievoca i bei tempi andati in cui Fatah e Hamas si misero d’accordo sotto l’occhio onniveggente di Dio. 

L’appeal di Hamas

L’Accordo della Mecca ha segnato una crisi di mezza età per Hamas. E’ la femme fatale in abito rosso, irraggiungibile e simbolica della gloria passata di un movimento che ha perso ogni appeal

All’accordo ormai defunto Hamas continua a fare riferimento, appellandosi a Fatah perché si risollevi tornando ai suoi principi.

Mentre Hamas invita a rivitalizzare l’accordo palestinese, Abbas e Fatah si limitano a chiedere pietose concessioni da Israele e Stati Uniti, concessioni che darebbero punti alle nazioni guerrafondaie agli occhi della comunità internazionale e non risolverebbero niente per i Palestinesi.

Un governo impotente 

Il futuro di Hamas è quello di un governo impotente, imprigionato insieme al suo popolo. I suoi combattenti compion tentativi inutili per acquisire un potere negoziale con Israele attraverso il lancio  di ordigni inefficaci contro la popolazione israeliana in difficoltà che vive nelle città di frontiera.
 
Ognuno di questi attacchi non fa che aumentare la simpatia internazionale per i cittadini israeliani sotto shock. Lo shock fornisce a sua un pretesto per la completa cessazione delle forniture al popolo di Gaza ed una giustificazione per attacchi missilistici che decimano la popolazione. 

La scarsa copertura informativa dalla Striscia di Gaza racconta la storia di signori della guerra di Hamas che impongono misure draconiane e oscurantiste sulla sua gente, ed esercitano la loro autorità attraverso aggressini alla popolazione.

Allo stesso tempo, le forze di sicurezza palestinesi affiliate ad Hamas hanno iniziato a collaborare con l’occupante israeliano per scacciare i membri di Hamas dalla West Bank. 

 
Con i membri di Hamas nelle prigioni dell’Autorità Palestinese nella West Bank e le loro controparti nella Striscia di Gaza intrappolate nella loro terra, Hamas è diventato un movimento paralizzato. Alla luce di ciò a che servono i discorsi dei suoi leader sull’età dell’oro in cui Hamas e Fatah si misero d’accordo per collaborare con la benedizione di Allah? 

La nostalgica fratellanza 

Hamas, purtroppo, è confusa e nostalgica. E’ un movimento che guarda al passato. Perché Hamas vada avanti occorre affrontare la difficile situazione attuale, e fare quello che è possibile per migliorare la vita della popolazione nella Striscia di Gaza.

Le milizie di Hamas, la Forza Esecutiva, deve essere messa sotto controllo. Invece di mettere il bavaglio ai media nella Striscia di Gaza, Hamas dovrebbe assicurare che i gruppi che la compongono non forniscano alla stampa storie scandalose di condotta violenta e governo tirannico. 

Inoltre Fatah deve dare un taglio alla sua collaborazione con le menzogne di Israele e dei leader internazionali, ed aprire negoziati con i suoi ‘fratelli’ palestinesi: il movimento di Hamas.

Tr
adotto dall’inglese da Gianluca Bifolchi, un membro di Tlaxcala (www.tlaxcala.es) e del blog collettivo Acthung Banditen (http://achtungbanditen.splinder.com/), la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questa traduzione è in Copyleft per ogni uso non-commerciale : è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l’integrità e di menzionarne l’autore e la fonte.

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