‘La Nierenstein in parlamento fa gli interessi di Israele, non dell’Italia’.

Riceviamo e pubblichiamo.

Giovedì 4 dicembre 2008

Quel che si sapeva: la Nirenstein in parlamento fa gli interessi di 
Israele, non dell’Italia

Ne eravamo più che certi e non eravamo i soli a crederlo. Perfino il 
giornalista Facci, estraneo a questi temi, se ne era accorto e lo 
aveva scritto su il Giornale, provocando qualche polemica subito 
rientrata. Eravamo anche certi che Facci non sarebbe andato oltre. La 
Nirenstein stessa lo aveva detto in campagna elettorale. Fiamma 
Nirenstein, messa in lista probabilmente da Gianfranco Fini e da 
Fabrizio Cicchitto, si schiera sempre più apertamente con Israele che 
intende sabotare la prossima conferenza di Ginevra, dove potrà essere 
formalizzato ciò che tutti sanno, e cioè che in Israele vige un 
regime di apartheid:

Giovedì 4 dicembre, alle 14.00 conferenza stampa alla Sala Stampa di 
Montecitorio per presentare la mozione, in discussione domani in 
Aula, sulla partecipazione dell’Italia alla prossima “Conferenza 
mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la 
xenofobia e l’intolleranza”, nota come «Durban II». Interverranno i 
deputati Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente Commissione Esteri e 
prima firmataria della mozione, Alessandro Maran (Pd), Antonio 
Martino (Pdl), Emanuele Fiano (Pd), Margherita Boniver (Pdl), 
Presidente Comitato Schengen, Matteo Mecacci (Radicali-Pd), Enrico 
Pianetta (Pdl), Benedetto Della Vedova (Pdl).

“L’Italia sarà il primo paese europeo a valutare in sede parlamentare 
la genuinità del processo di revisione di Durban e speriamo che 
questo possa responsabilizzare gli stati europei a fare in modo che 
non si ripeta l’obbrobrio antisemita al quale abbiamo assistito nel 
2001” ha dichiarato l’On. Nirenstein. “Il Canada e Israele hanno già 
dichiarato che non parteciperanno alla prossima Conferenza, e anche 
lo staff del Presidente americano Barack Obama ha annunciato che 
esiste la possibilità che gli Stati Uniti rinuncino alla loro 
partecipazione. Altri stati hanno dimostrato la loro preoccupazione 
per il processo preparatorio in corso, guidato dalla Libia con la 
partecipazione di paesi come l’Iran e Cuba”.
“Considerati i rischi che, stando a quanto risulta dagli attuali 
lavori di preparazione della Conferenza (programmata per l’aprile 
2009 a Ginevra), essa si trasformi in una nuova piattaforma di 
incitamento all’odio e alla delegittimazione dello Stato d’Israele, 
come avvenne nel 2001 alla precedente Conferenza di Durban, la 
mozione impegna il Governo, tra l’altro, a monitorare il processo di 
preparazione così che sia veramente garantito che non si torni a 
ripetere l’orrore del 2001”, conclude Nirenstein. (Fonte: http://
www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=26836)

Non mi stupiscono i nomi degli altri firmatari della mozione, già 
noti per altre iniziative dello stesso segno, come la dichiarazione 
di Emanuele Fiano, per il quale l’art. 21 della costituzione è 
qualcosa da superare. So già cosa faranno e cosa ci si può aspettare 
da loro. Quel che Lor Signori non sembrano vogliano accettare è 
l’idea che l’ONU non sia una Dipendenza coloniale di Usa, Israele e 
Canadà. L’«obbrorio antisemita» è soltanto un “obbrorbio” del 
parlamento italiano, a cui rispondo non con le mie parole ma con 
quelli del Presidente dell’Assemblea dell’ONU che di certo 
rappresenta i popoli del mondo molto più dei firmatari 
dell’obbrobriosa mozione che disonora il parlamento ed il popolo 
italiano. Le parole di Miguel d’Escoto non lasciano adito a dubbi ed 
a tartuferie morali:

« Je presse la communauté internationale d’élever sa voix contre la 
punition collective de la population de Gaza, une politique que nous 
ne pouvons pas tolérer. Nous exigeons la fin des violations massives 
des Droits de l’homme et appelons Israël, la Puissance occupante, à 
laisser entrer sans délai les ressources humanitaires et autres dans 
la Bande de Gaza. J’ai parlé ce matin de l’apartheid et de comment le 
comportement de la police israélienne dans les Territoires 
palestiniens occupés semble si proche de celui de l’apartheid, à une 
époque révolue, un continent plus loin. Je crois qu’il est très 
important que nous, aux nations Unies, employons ce terme. Nous ne 
devons pas être effrayés d’appeler les choses par leur nom. Ce sont 
les Nations Unies après tout qui ont élaboré la Convention 
internationale contre le crime d’apartheid, explicitant au monde 
entier que de telles pratiques de discrimination institutionnelle 
doivent être bannies lorsqu’elles sont pratiquées. Nous avons entendu 
aujourd’hui un représentant de la société civile sud-africaine. Nous 
savons que partout dans le monde des organisations de la société 
civile travaillent à défendre les Droits des Palestiniens, et tentent 
de protéger la population palestinienne que nous, Nations Unies, 
avons échoué à protéger. Il y a plus de 20 ans, nous, les Nations 
Unies, avons pris le relai de la société civile lorsque nous sommes 
convenus que des sanctions étaient nécessaires pour exercer une 
pression non-violente sur l’Afrique du Sud. Aujourd’hui peut être, 
nous les Nations Unies, devons envisager de suivre l’exemple d’une 
nouvelle génération dans la société civile, qui appelle à une 
campagne non violente similaire de boycott, de désinvestissement et 
de sanctions pour faire pression sur Israël. J’ai assisté à un grand 
nombre de réunions sur les Droits du Peuple palestinien. Je suis 
stupéfait que l’on continue d’insister sur la patience alors que nos 
frères et nos sœurs palestiniens sont crucifiés. La patience est une 
vertu à laquelle je crois. Mais il n’y a aucune vertu à être patient 
avec la souffrance des autres. Nous devons agir avec tout notre cœur 
pour mettre fin aux souffrances du Peuple palestinien (…) Je tiens 
également à rappeler à mes frères et sœurs israéliens que même s’ils 
ont le bouclier protecteur des États-Unis au Conseil de sécurité, 
aucun acte d’intimidation ne changera la résolution 181, adoptée il y 
a 61 ans, appelant à la création de deux États. Honteusement, il n’y 
a pas d’État palestinien que nous puissions célébrer aujourd’hui et 
cette perspective est plus lointaine que jamais. Quelque soient les 
explications, ce fait central tourne l’ONU en dérision et nuit 
gravement à son image et à son prestige. Comment pouvons-nous 
continuer ainsi ?» (Fonte: http://www.egaliteetreconciliation.fr/
index.php?option=com_content&task=view&id=2792&Itemid=108)

È da chiedersi se il restante parlamento italiano ubbidirerà ad 
Israele attraverso la sua Lobby presente nel parlamento italiano o 
parteciperà insieme alle altre Nazioni alla prossima Durban II. I 
vari Della Vedova, Martino, Fiano, Boniver, Maran, Mecacci, Pianetta 
non riusciranno ad ingannarci, anche se le nostre preoccupazioni non 
vengono meno per ciò che la Lobby potrà fare. È quanto mai 
stucchevole la stolta ripetizione del cliché dell’«incitamento 
all’odio verso Israele», quando si tratta di impedire ai governanti 
Israeliani dal desistere da un massacro e genocidio di vittime 
innocenti, spossessati delle loro terre e delle loro case, da 
sessant’anni a questa parte. È un insulto alla comune intelligenza, 
ma è anche criminale complicità da parte di quanti tengono bordone 
alle Fiammette d’Italia.

PUBBLICATO DA ANTONIO CARACCIOLO A 19.54

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