La PACBI chiede di boicottare il festival cinematografico Doc Edge, partner dell’ambasciata israeliana

Ramallah-Wafa. La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) mercoledì 15 giugno ha richiamato al boicottaggio del Doc Edge Festival in Nuova Zelanda fino a quando non interromperà la sua collaborazione con l’ambasciata dell’apartheid di Israele.

La PACBI, membro fondatore del Comitato nazionale palestinese BDS (BNC), la più grande entità della società palestinese che guida il movimento globale BDS, ha dichiarato in un comunicato stampa che più di cento artisti, comprese le star di Hollywood, hanno recentemente condannato l’omicidio dell’importante giornalista palestinese Shireen Abu Aqleh per mano delle forze di occupazione israeliane. Registi tra cui Pedro Almodovar, Mira Nair, Jim Jarmusch, Carol Morley, Boots Riley, Asif Kapadia, Ken Loach e Mike Leigh hanno denunciato l’ipocrisia dei governi occidentali che “si sono affrettati a imporre boicottaggi e sanzioni generali in risposta all’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia”, mentre “continuano a finanziare e proteggere l’occupazione decennale di Israele e le gravi violazioni dei diritti umani contro i palestinesi”.

Gli artisti, tra cui gli attori Susan Sarandon, Miriam Margolyes, Tilda Swinton, Mark Ruffalo, Kathryn Hahn ed Eric Cantona, hanno concluso affermando: “Non si devono applicare pesi e misure diversi quando abbiamo a che fare con il diritto umano fondamentale alla libertà dalla persecuzione e dall’oppressione e il diritto alla vita e alla dignità”.

Questi professionisti del cinema si uniscono a migliaia di artisti internazionali che hanno reclamato misure efficaci per contrastare l’apartheid da parte di Israele e la sua brutale oppressione contro i palestinesi. Più di 200 registi omosessuali si sono impegnati a non presentare film o a partecipare a “eventi parzialmente o completamente sponsorizzati da istituzioni israeliane complici finché Israele non si adeguerà al diritto internazionale e non rispetterà i diritti umani dei palestinesi”. Attori come Gael García Bernal, Maxine Peake, Peter Capaldi, Viggo Mortensen, Harriet Walter e Charles Dance hanno espresso “una significativa solidarietà con i palestinesi che lottano per i loro diritti umani secondo il diritto internazionale”.

I palestinesi autoctoni, ispirandosi in parte ai boicottaggi internazionali contro l’apartheid in Sudafrica, chiedono agli artisti internazionali, compresi i registi di documentari, di mostrare “una solidarietà importante con la nostra lotta rifiutando di proiettare i film ai festival cinematografici e con le istituzioni che sono complici del regime di apartheid, occupazione militare e colonialismo di Israele”. La PACBI ha dichiarato che Doc Edge è complice per via della sua collaborazione con l’art-washing dell’apartheid di Israele e ha esortato tutti i professionisti del cinema a boicottare il festival fino a quando non abbandonerà l’ambasciata israeliana come sostenitore ufficiale.

Il movimento BDS ha messo in chiaro di rifiutare categoricamente la censura e di sostenere il diritto universale alla libertà di espressione sancito dal Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) delle Nazioni Unite e ha aggiunto che il boicottaggio istituzionale che chiede è in linea con questo diritto.

“Al di là delle linee guida del BDS per il boicottaggio culturale internazionale di Israele, gli attivisti possono ancora scegliere di sostenere un boicottaggio di “buon senso” contro un film documentario che, ad esempio, incita all’odio razziale, nasconde i crimini di guerra, cerca di normalizzare l’apartheid e l’occupazione militare, ecc. Sebbene questi boicottaggi di “buon senso” non rientrino nell’ambito del BDS, nessun film documentario dovrebbe avere il lasciapassare per promuovere la violazione del diritto internazionale, sia che si tratti di una produzione israeliana, statunitense o neozelandese; applicando costantemente lo stesso principio a tutti. Qualsiasi istituzione cinematografica che abbia programmato un film del genere si deve aspettare il boicottaggio di “buon senso” da parte di un pubblico cinematografico coscienzioso”.

Traduzione per InfoPal di Rachele Manna