La cantante Oula Alsaghir dal Brasile: “In ogni parola che dico e in tutto ciò che faccio, penso alla Palestina”

Foto per gentile concessione di Oula Alsaghir

MEMO. Di Eman Abusidu. Con l’occupazione della loro patria in corso, i palestinesi in Brasile sanno di avere il dovere di preservare e condividere la loro cultura. E che si tratti di protestare contro l’oppressione, criticare il governo di occupazione o resistere all’occupazione, la musica rappresenta un potenziale unico per la lotta palestinese. In quanto tale, il canto è un modo molto popolare per preservare la cultura e il patrimonio, come mi ha spiegato di recente la cantante palestinese brasiliana Oula Alsaghir.

“Cerco di mantenere viva la nostra eredità palestinese dall’altra parte del mondo attraverso le nostre canzoni”, ha detto. “In ogni parola che dico, in ogni vestito che indosso, in tutto ciò che faccio, penso alla Palestina e a come posso mantenere viva la cultura palestinese in Brasile. È mio dovere essere la voce e l’immagine di tutte le donne arabe palestinesi che non hanno la possibilità di esprimersi. Questo è un grande onore e un’enorme responsabilità sulle mie spalle”.

Alsaghir si sente responsabile di preservare le tradizioni canore nelle giovani generazioni di palestinesi nella diaspora sudamericana. Crede che cantare canzoni tradizionali sia un mezzo essenziale per preservare la conoscenza culturale. “Sono una donna musulmana palestinese e il mio primo obiettivo è sempre quello di presentare l’immagine migliore della donna. Il mio strumento per raggiungere questo obiettivo è cantare canzoni tradizionali palestinesi. Cerco di far sapere al popolo brasiliano e agli altri cosa significa essere una donna palestinese che difende la nostra cultura”.

La rifugiata palestinese Alsaghir è nata in Siria ed è fuggita in Brasile quando la situazione è diventata molto pericolosa a causa della guerra. Ha riferito che la sua casa nel campo profughi di Al-Yarmouk è stata distrutta e la famiglia ha dovuto andarsene. “So esattamente cosa significa essere un rifugiato poiché ho vissuto questa esperienza due volte. Sono nata come rifugiata palestinese in Siria e ora mi trovo in Brasile. L’unica differenza è che sono nata e cresciuta in un paese arabo, in cui si parla la stessa lingua e con una cultura simile, ma la situazione è ovviamente diversa qui in Brasile”.

E’ stato in Siria che Alsaghir si è trovata a cantare per la prima volta su un palco; aveva solo quattro anni. Ora ha la sua band in Brasile, che suona i tradizionali bazuq, qanoon e riq. Questa era un’ambizione dell’infanzia. I tre membri di Nahawand sono un palestinese, un tunisino e un brasiliano di origine libanese, oltre ad Alsaghir.

“Non avrei mai immaginato che un giorno sarei andata dall’altra parte del mondo per realizzare il mio sogno”, ha detto. “Sono cresciuta in una casa piena di musica e gioia grazie a mio padre che suonava il liuto e mi ha insegnato a cantare e ad amare la musica fin da quando ero piccola”.

Le canzoni di Alsaghir enfatizzano il potere della musica come resistenza creativa contro l’occupazione. Tutte le forme di resistenza contro l’occupazione sono legittime secondo il diritto internazionale. Il popolo palestinese ne ha usati molti nella sua legittima lotta contro l’occupazione israeliana, che li ha derubati della loro terra, dei loro diritti e dei loro luoghi santi.

“Cantare della Palestina è la migliore prova che il popolo palestinese esiste da secoli e che ha una storia, una cultura, un patrimonio e un’antica civiltà propri. La mia voce e le mie canzoni fanno parte di quella lotta”.

La cantante è anche membro della Mundana Refugee Orchestra, un gruppo di 22 musicisti di varie nazionalità, incluso il brasiliano. Tutti sono rifugiati e immigrati. È stata fondata da Carlinhos Antunes nel 2017, quando Alsaghir è stata scelta per rappresentare i palestinesi insieme a musicisti professionisti provenienti dal Brasile e da tutto il mondo. “Ecco perché credo che la mia rappresentazione di questo tipo di musica lascerà il segno o almeno susciterà una certa curiosità per ascoltare di più le mie canzoni. Mi basta farlo per rendere chiara la realtà della causa palestinese”.

Oggi, Oula Alsaghir è famosa per cantare canzoni palestinesi in Brasile. Nella sua musica, come nella sua vita, fa affidamento sulla sua identità palestinese e sull’essere supportata da strumenti tradizionali per mantenere viva l’eredità e la cultura del suo popolo come parte della società brasiliana e oltre. Ha concluso la nostra conversazione sottolineando che i giovani palestinesi hanno la capacità di adattarsi, sopravvivere e avere successo in qualsiasi campo, ovunque si trovino nel mondo. “Con la nostra fede nella nostra causa e nei nostri diritti legittimi, diventiamo sempre più forti ogni giorno”.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi