La par conditio di Sarkozy: due giorni in Israele e tre ore in Cisgiordania.

 Betlemme – Infopal. Oggi pomeriggio, il presidente francese Nicolas Sarkozy si è recato in visita a Betlemme, dove ha incontrato il presidente dell’ANP, Mahmoud Abbas.

 Sarkozy è arrivato nella regione due giorni fa, insieme alla moglie, Carla Bruni Tedeschi, ed è stato ospite di Israele fino a questa mattina. Una visita di due giorni a fronte delle poche ore che passerà nei territori palestinesi occupati.  

Abbas e il presidente francese hanno siglato un accordo di 21 milioni di dollari per la costruzione di un’area industriale.

 Durante la visita in Israele, Sarkozy ha ribadito più volte la vicinanza ideale, politica, militare, economica allo Stato ebraico.

 Ieri, alla Knesset, ha tenuto un discorso che ha riscosso un grande successo, in particolare, quando ha condannato il "programma nucleare iraniano", quando ha parlato dell’impegno verso la sicurezza di Israele. E ha sottolineato che "chiunque cercasse di distruggere Israele troverebbe la Francia a bloccargli la strada".

E ha aggiunto che "Israele non è solo nella battaglia contro le ambizioni nucleari iraniane".

 Uno degli aspetti paradossali è che lo Stato ebraico è l’unica potenza nucleare della regione, con un arsenale di 200 testate. Israele non ha mai nascosto l’intenzione di bombardare l’Iran e, nelle settimane passate, i suoi leader hanno pubblicamente ammesso questo progetto, definendolo "inevitabile".

Tuttavia, il discorso di Sarkozy ha suscitato reazioni negative quando ha auspicato che Gerusalemme possa essere la "capitale di entrambi gli Stati israeliano e palestinese": "I palestinesi – ha evidenziato – hanno diritto a un proprio stato". Quando ha aggiunto che "non ci sarà pace in Medio Oriente senza una soluzione al problema dei rifugiati palestinesi". E quando ha chiesto la fine della politica di colonizzazione della Cisgiordania e di Gerusalemme e una legislazione che incoraggi i coloni ebrei a lasciare i territori.

In questo modo, l’abile presidente francese ha messo al sicuro i legami politico-economici con i paesi arabi, e poi è tornato a gratificare Israele mettendo in relazione le operazioni di resistenza palestinese con le rappresaglie israeliane: "Non ci sarà pace se i palestinesi non combatteranno il terrorismo. Ogni parte deve fare uno sforzo. La pace non è possibile se i palestinesi non possono muoversi liberamente".

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