La posizione dei Neturei Karta. Yisroel Dovid Weiss: “Come ebrei abbiamo il dovere di sostenere la causa palestinese”

InfoPal. Di Lorenzo Poli. Spesso, in questi giorni, abbiamo sentito dal mainstream contrapporre ebraismo all’islam, o addirittura sovrapporre Israele all’ebraismo senza mai pronunciare la parola “sionismo”, che è in realtà la chiave per leggere l’oppressione coloniale e razzista israeliana verso il popolo palestinese.

La netta distinzione tra sionismo ed ebraismo è, infatti, da sempre sostenuta da un gruppo ebraico ortodosso Haredi, i Neturei Karta, che da 1938 si oppongono al sionismo e dal 1948 rifiutano di riconoscere l’autorità e la stessa esistenza dello Stato di Israele in quanto il sionismo non è l’ebraismo. A sostegno della loro posizione citano il Talmud, in cui si afferma che gli ebrei non possono utilizzare forze umane per stabilire uno Stato ebraico finché non venga il Messia della casa di Davide, e che devono essere cittadini leali delle nazioni in cui vivono senza cercare di anticipare la fine dell’esilio.

Secondo i Neturei Karta, la terra attualmente occupata dallo Stato sionista di Israele appartiene a coloro che vi avevano sempre abitato ovvero i palestinesi, gli ebrei e gli arabi, di ogni religione, e quanti vivevano pacificamente con loro. In diverse occasioni i Neturei Karta hanno protestato a fianco dei palestinesi, indossando la kefiah e sventolando la bandiera palestinese.

Accusano, inoltre, lo stato di Israele di essersi dotato di una facciata religiosa (con l’uso di nomi religiosi per i partiti politici, la presenza di rabbini negli stessi, ecc.) e di alterare i commentari alla Torah secondo le esigenze sioniste. Affermano, poi, che gli ebrei sionisti non possono pretendere di parlare e agire a nome di tutti gli ebrei, evitando, dunque, di partecipare alle attività civili israeliane rifiutando elezioni, assistenza sociale e supporto finanziario. In un comunicato stampa del 19 luglio 2006, i Neturei Karta accusarono il sionismo di essere all’origine dell’antisemitismo, di aver derubato gli ebrei del nome di Israele per un progetto politico, annunciando di pregare contro il sionismo affinché cessino le sofferenze nella Terra Santa e lo spargimento di sangue.

Ad oggi i Neturei Karta sono tra le minoranze ebraiche perseguitate dal regime d’apartheid razzista dello Stato d’Israele (insieme ai mizhrai e i falasha), lamentando violenze, imprigionamenti, torture e pressioni di ogni tipo da parte dei sionisti a causa del loro rifiuto di vivere in uno Stato che non riconoscono come legittimo.

L’attuale portavoce dei Neturei Karta è il Rabbi Yisroel Dovid Weiss, attivista ebreo Haredi americano che negli anni ha fatto della causa palestinese il pilastro dell’azione della sua organizzazione. Nato da madre polacca e padre ungherese, la maggior parte della sua famiglia venne uccisa durante la Shoah e per questo motivo non ha mai tollerato la strumentalizzazione sionista della Shoah per giustificare la nascita di Israele compiendo un ulteriore massacro di popolo.

In un’intervista alla televisione iraniana YNetNews, il 12 marzo 2006, Weiss dichiarò: «I sionisti sfruttano la questione dell’Olocausto a proprio vantaggio. Noi, ebrei morti nell’Olocausto, non lo usiamo per promuovere i nostri interessi. Sottolineiamo che ci sono centinaia di migliaia di ebrei in tutto il mondo che si identificano con la nostra opposizione all’ideologia sionista e che ritengono che il sionismo non sia ebraico, ma un programma politico… Ciò che vogliamo non è un ritiro entro i confini del ’67, ma a tutto ciò che contiene, affinché il Paese possa tornare ai palestinesi e noi potremmo vivere con loro…”».  

In questi giorni il Rabbi Yisroel Dovid Weiss ha espresso la sua totale solidarietà con il popolo palestinese contro l’assedio totale di Gaza e contro l’Operazione “Spade di ferro” portati avanti da Israele:

“In occasione di questi 75 anni di occupazione vogliamo che il mondo sappia che ciò che si sta perpetrando contro il popolo palestinese – l’oppressione, la sottomissione, le terribili crudeltà – non è compiuto in nome della nostra religione, non in nome della stella di David, non in nome del popolo ebraico nel mondo, il quale è fedele alla religione ebraica. Ed è proprio perché siamo ebrei e fedeli alla nostra religione che ci opponiamo fermamente all’esistenza dello Stato sionista di Israele. Lo definisco Stato sionista perché è sionista, e non ebraico. Il giudaismo nella Torah vieta agli ebrei di avere una propria sovranità, una entità ebraica a partire dalla distruzione dei templi e qualsiasi ebreo fedele alla Torah non aspira alla creazione di uno Stato ebraico. È anche fatto divieto di uccidere o rubare. L’intero concetto di derubare questa terra al popolo palestinese è completamente antitetico e contradditorio rispetto alla nostra religione, il giudaismo. Gli ebrei, sin dal primo giorno, si sono opposti all’entità sionista. Noi, come ebrei, continuiamo su questo passo perché siamo coerenti con la Torah, ci schieriamo, piangiamo e soffriamo a fianco del popolo palestinese. Vogliamo che il mondo sappia che siamo vicini e solidali con il popolo palestinese, nella loro sofferenza e speriamo e preghiamo Dio costantemente perché ponga fine una volta per tutte all’occupazione. Vogliamo che il mondo sappia che il movimento sionista non è un movimento ebraico. È stato un movimento politico e materiale creato da eretici che semplicemente cercano di inglobare la nostra religione nel tentativo di intimidire e mettere a tacere le persone che si oppongono, definendole antisemite. Ma tutto ciò è palesemente falso. L’antisemitismo è supportare lo Stato d’Israele. La persistenza di questa occupazione rappresenta un’esacerbazione dell’antisemitismo, che causa lo spargimento di sangue di palestinesi ed ebrei allo stesso modo. (Il sionismo) è la causa dell’oppressione non soltanto dei musulmani e dei cristiani in Palestina, ma anche degli ebrei. Centinaia di migliaia di ebrei in Palestina, vivono lì da prima della fondazione dello Stato di Israele, e continuano a viverci tuttora e protestano quotidianamente subendo brutali aggressioni e venendo arrestati. Questa è la triste storia di questa terribile Nakba (…) è una tragedia, una calamità e speriamo che Dio, con la sua compassione, veda tutta la sofferenza e anche oggi negli ultimi giorni abbiamo assistito alla morte e sofferenza di palestinesi e gli attacchi su Gaza. Questo è sionismo, non ebraismo. Dio con la sua compassione dovrebbe smantellare rapidamente lo Stato sionista d’Israele cosicché potremmo tornare a vivere insieme in armonia, ebrei e arabi, come è stato per centinaia e centinaia di anni! E gli ebrei potranno dimostrare la loro gratitudine ai Paesi arabi musulmani per aver accolto il popolo ebraico donandogli una casa. Inshallah, presto, nei nostri giorni, Amen!”

L’attività dei Neturei Karta contro il sionismo e per affermare la distinzione tra sionismo ed ebraismo, si è oggi estesa al di fuori della Palestina, in diversi casi per l’abbandono volontario o per la volontà di sostenere la causa palestinese all’estero. Oggi il movimento consta di diverse migliaia di famiglie, con un elevato numero di simpatizzanti difficilmente quantificabile, presente oltre che a Gerusalemme anche negli Stati Uniti d’America, in Belgio, nel Regno Unito e in Austria.

(Foto: “Boycott Israeli Apartheid”: Rabbi Yisroel Dovid Weiss parla a nome della Palestina e di Gaza: Manifestazione di solidarietà con la Palestina e Gaza: Westlake Park, Seattle, 28 luglio 2014).