La Sinistra, Israele, e la Palestina. In risposta a Furio Colombo.

La Sinistra, Israele, e la Palestina. In risposta a Furio Colombo. 

Nicola Perugini 

Da pochi mesi Furio Colombo ha pubblicato un libro dal titolo “La fine di Israele”, un testo nel quale l’autore evidenzia, tra le tante cose, le cecità di una certa opinione pubblica e di una certa sinistra di fronte alle colpe del mondo arabo e della leadership palestinese guidata da Arafat nel fallimento dei negoziati di pace con Israele. Tutto condivisibile. Nello stesso testo viene messo in guardia il mondo di fronte al rischio concreto, secondo Colombo, di una imminente cancellazione dello stato di Israele a causa di un “olocausto nucleare” (termine mutuato da uno spezzone di intervista rilasciata dallo storico israeliano Benny Morris e messa in onda dal Tg1 durante il conflitto in Libano nell’estate 2006, intervista in cui Morris parla del “pericolo Iran”). Ma indipendentemente dalla condivisibilità o meno di quest’ultimo allarmismo intendo fare chiarezza su alcune gravi scorrettezze da lui scritte nei mie confronti  in questo testo e su alcune imprecisioni, a mio avviso non casuali, della sua analisi. Credo che esista un legame tra i due livelli, vale a dire il modo in cui Colombo tratta le parole da me pronunciate e mal riportate nel suo testo, e alcuni gravi cecita’ nella sua analisi. 
Il testo comincia con un capitolo in cui si spiegano le motivazioni che hanno mosso la scrittura del libro, apertura di cui Colombo ripropone un estratto sull’Unità del 22 giugno scorso. L’autore apre il suo libro e il suo recente articolo facendo riferimento a quanto accaduto alla Festa Nazionale dell’Unità di Pesaro, nell’estate 2006, quando presentò la raccolta di saggi “La Sinistra e Israele”. In “La fine di Israele” Colombo prende spunto da una discussione avuta con me a quella Festa Nazionale dell’Unità, travisando completamente le parole che io pronunciai in obiezione alla sua argomentazione e utilizzandole per dare forza alla sua tesi sul concreto rischio che chi a sinistra esprime critiche contro Israele o prende in considerazione alcune verità storiche sulla problematicità che la creazione dello Stato di Israele ha provocato per la popolazione palestinese stia fiancheggiando Ahmadinejad e il suo progetto di “olocausto nucleare”, oltre che smarrire il vero significato dell’essere politicamente a sinistra.

Secondo Colombo avrei detto in quell’occasione a Pesaro, cito fedelmente il suo recente libro: “Lo sai in che modo crudele e sistematico gli ebrei hanno sterminato gli arabi in ogni casa, in ogni villaggio, nei giorni in cui è nato lo stato degli ebrei?”. Per prima cosa quando parlo di Israele e Palestina non uso mai (neanche nella mia vita quotidiana) i termini arabi ed ebrei perchè so che, per fortuna, gli ebrei in generale sono altra cosa che semplicemente Israele e i palestinesi sono altro che semplicemente arabi. Forse Furio Colombo pensa in termini di ebrei ed arabi, nozioni identitarie quanto mai ampie e poco utili a capire e circostanziare il senso di alcuni degli aspetti della questione israelo-palestinese che a me premeva sottilineare in quel dibattito. Ciò che feci fu semplicemente il sottoporre all’attenzione dell’ex-direttore dell’Unità il fatto che la nascita dello Stato di Israele ha spopolato centinaia di villaggi palestinesi e che i rastrellamenti di Portico d’Ottavia portano con se la stessa tragicità e verità storica dei rastrellamenti che i palestinesi hanno subito nel 1948. Citai Benny Morris e il suo testo “Vittime” per mettere in evidenza il fatto che, al di là di poche eccezioni, nella società israeliana non si è ancora giunti al pieno riconoscimento di quello che un altro autore israeliano, Ilan Pappe (ex-docente di storia all’Universita’ di Haifa e ora auto-esiliatosi in Inghilterra perche’ stanco di essere pubblicamente messo sotto attacco dall’opinione pubblica di Israele per le sue posizioni politiche e per i suoi scritti) ha definito “la pulizia etnica della Palestina”. Per non parlare del governo israeliano, che non ha mai riconosciuto nè le violenze commesse nel 1948, nè l’occupazione, nè confini definitivi (un non-riconoscimento non facilmente imputabile ai soli vicini regimi arabi, ma forse all’idea guida del sionismo, movimento nato e sviluppatosi ben prima delle stragi naziste e fasciste, di un Grande Israele).  

Colombo interpreta le mie obiezioni a quella Festa dell’Unità in questo modo, cito fedelmente da “La fine di Israele”: “Gli ebrei mentre non sono ancora israeliani sono già assassini”, avrei sostenuto in quell’occasione. Io non ho posto il problema in questi termini, non ho mai avuto una visione essenzialista degli ebrei o degli israeliani, nè considero il fatto di assassinare altri esseri umani, azione che i sionisti di allora e le forze di occupazione israeliane di adesso hanno compiuto e compiono (a meno che Colombo non neghi anche questo), come atti riconducibili a qualche ita’, israelianità o palestinesità che sia. Piuttosto ritengo grave utilizzare la propria posizione di scrittore e giornalista affermato (insomma il proprio potere) per strumetalizzare le parole raccolte nei propri dibattiti, decontestualizzandole per poi costruire (velatamente ma non troppo) in un proprio libro accuse di antisemitismo o, meglio e meno grave, di scarso senso storico e senso di sinistra. E’ di sinistra difendere Israele citando le stragi fasciste, e parlare di nemici di Israele, come Colombo fece a Pesaro un anno fa’ in riferimento alla leadership di Arafat e alla fetta di sinistra che l’ha sempre sostenuta (con non poca cecita’ a mio avviso), e non avere in neanche un istante utilizzato la parola “palestinesi”? Perche’ quella parola non e’ mai stata utilizzata da Colombo nella sua presentazione e nel dibattito? Cosa si teme nel pronunciarla? In fondo, a meno che non si voglia fare come Golda Meir che diceva che i palestinesi non esistevano e che su quella terra nel 1948 si trovavano solamente pochi “beduini nomadi”, il problema medio-orientale è quantomeno un problema relazionale e nell’analizzare il rapporto tra la sinistra e Isralele non è possibile liquidare il problema del rapporto tra sinistra e Palestina come un semplice appiattimento delle posizioni di quest’ultima sulle posizioni della vecchia leadership di Arafat. E’ vero che in molti l’hanno sempre appoggiata e sostenuta a spada tratta, ma è anche vero che io mi sento a sinistra e ritengo che
Arafat abbia gestito in maniera autoritaria i negoziati di Oslo e la sua posizione politica. Arafat non ha mai consultato i milioni di palestinesi della diaspora mentre stava negoziando uno statuto definitivo per lo stato (territorialmente mozzato) di cui quei palestinesi avrebbero dovuto prima o poi essere parte. Vede, sig. Furio Colombo, la signorina che lei cita nel suo testo e che con me è intervenuta alla Festa dell’Unita’ era una figlia di palestinesi profughi che hanno vissuto fuori dalla Palestina, prima in Siria e poi in Giordania, che sono rientrati in Palestina poco dopo Oslo, che hanno vissuto l’inasprimento dell’occupazione e i bombardamenti durante la Seconda Intifada, ma che non ha simpatie per quella leadership palestinese corrotta a cui lei fa riferimento, anzi ne riconosce i torti. Lei non lo ha riportato nè nel suo testo nè nel suo recente articolo ma quella giovane palestinese le disse: “forse Sharon e Olmert sono meno corrotti?” . Effettivamente nessuno di noi ha mai sentito parole sensate, da gran parte della sinistra italiana, che condannassero le malefatte, la corruzione, le carneficine e l’occupazione portate avanti dei diversi capi di stato e primi ministri che si sono avvicendati a partire dalla fondazione dello Stato di Israele.

Sulla legittimità di Gerusalemme come capitale di Israele e sul parallello con la la “breccia di Porta Pia” nel suo articolo del 22 giugno sorvolo, per il semplice fatto che non mi è chiaro l’accostamento. Forse sostiene che la violenza con cui si è realizzato il “sogno rinascimentale del sionismo” di avere una nazione sia in qualche modo storicamente necessaria? 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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