L’arcivescovo Hanna: no all’emigrazione cristiana dalla Palestina.

Gerusalemme. Nel suo discorso domenicale alla Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, l’arcivescovo ortodosso Attallah Hanna ha esortato i giovani cristiani palestinesi a non abbandonare la loro terra, per adempiere a quello che ha definito un “dovere patriottico”.

Hanna ha rivolto le sue parole a un pubblico che comprendeva circa 1.000 pellegrini dalla Russia e dalla Romania, alcuni fedeli locali palestinesi e diversi membri del clero cristiano.

Durante il sermone, Hanna ha dato il benvenuto ai visitatori e si è quindi indirizzato ai giovani, chiedendo loro di rimanere “con i piedi saldi in questa terra. L’emigrazione è proibita e scartata.”

“Il cristiano palestinese – ha proseguito – è obbligato a dispetto di tutte le circostanze a restare in patria, e a contribuire alla liberazione di quest’ultima e all’istituzione dello [stato palestinese].”

Hanna si è così riferito a un’ondata di emigrazione di palestinesi cristiani che si è verificata negli ultimi decenni. I cristiani, pur essendo una netta minoranza nei territori occupati, rappresentano comunque una comunità di rilievo, che occupa cariche importanti nell’Anp e in altri settori.

Riguardo al ruolo che questa minoranza dovrebbe avere nella società palestinese, ha affermato: “Non siamo una setta e respingiamo chiunque faccia uso di una retorica settaria. Pur avendo la nostra religione e la nostra tradizione privata, siamo una delle parti principali del tessuto della nostra patria e del popolo arabo palestinese.

“Quel che mi preoccupa realmente è che non sono più di 8.000 i cristiani rimasti a Gerusalemme, il che costituisce una sfida enorme per noi in quanto chiese, organizzazioni e individui”. E ha poi aggiunto: “Non siamo estranei o intrusi in questa terra (…) Dovremmo essere fieri di essere crisitiani e di appartenere alla Palestina”.

L’arcivescovo ha quindi concluso il suo discorso con queste parole: “Noi e i musulmani apparteniamo allo stesso popolo, e abbiamo le stesse origini in quanto arabi”.

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