Le istituzioni accademiche israeliane perseguitano gli studenti palestinesi per i post sui social media

Haifa – Wafa. Dall’8 ottobre 2023, le università ed i college israeliani hanno avviato un numero senza precedenti di procedimenti disciplinari, sospensioni e perfino espulsioni di studenti palestinesi, cittadini di Israele, sulla base dei loro post privati sui social media, spesso prima di qualsiasi udienza. Inoltre, hanno chiesto l’immediato allontanamento di alcuni studenti dai loro dormitori.

Le istituzioni accademiche sostengono che i post degli studenti violano le norme disciplinari dell’università  “sostenendo il terrorismo” o “simpatizzando con le organizzazioni terroristiche”. La stragrande maggioranza di questi post esprimeva semplicemente solidarietà al popolo palestinese di Gaza e/o citava versetti del Corano e preghiere, fatti che rientrano nell’ambito della libertà di espressione.

Queste azioni fanno parte di una repressione draconiana dei diritti di libertà di parola dei cittadini palestinesi di Israele, in vigore dal 7 ottobre, secondo Adalah – Centro Legale per i Diritti delle Minoranze Arabe in Israele.

Adalah sta monitorando 89 casi e fornisce assistenza diretta a 74 studenti in 25 università e college israeliani che devono affrontare azioni disciplinari. Gruppi studenteschi politici di estrema destra in queste scuole hanno colpito gli studenti palestinesi, presentando denunce contro coloro di cui disapprovavano i post, il che ha successivamente portato le istituzioni accademiche a mettere in atto misure gravi.

Il ministro dell’Istruzione, Yoav Kish, ha pubblicamente sostenuto le azioni disciplinari delle istituzioni accademiche contro gli studenti palestinesi. Ha pubblicato una lettera affermando che le scuole devono “sospendere immediatamente qualsiasi studente o dipendente che sostenga i barbari atti terroristici attualmente sperimentati nello Stato di Israele” e che “Nei casi in cui vi sia effettivamente incitamento, [dovete] ordinare un’espulsione permanente”.

Anche il presidente dell’Unione nazionale degli Studenti israeliani ha pubblicato una lettera, in risposta alla missiva dell’Accademia per l’Uguaglianza, affermando: “Dall’inizio della guerra, siamo stati e continuiamo ad essere esposti a decine di post e commenti che esprimono un forte sostegno al terrorismo e incitamento al terrorismo. Non ci fermeremo finché quegli studenti non saranno immediatamente allontanati dall’accademia… In questo frangente, vorrei elogiare i Paesi occidentali come la Germania e la Francia che hanno vietato di sventolare bandiere palestinesi, e mi attiverò per garantire che questa politica venga adottata anche in Israele”.

Molte istituzioni accademiche israeliane hanno anche pubblicato comunicati ufficiali in cui dichiarano che “ci sarà tolleranza zero per il sostegno al terrorismo” e hanno proceduto a sospendere o espellere gli studenti in un modo che colpisce i palestinesi, i cui post  esprimono la loro identità palestinese o solidarietà con il popolo di Gaza.

Adalah ha inviato lettere urgenti, a nome proprio e per conto del Comitato di Monitoraggio per l’istruzione araba, ai rettori e ai presidi dell’Università di Haifa, dell’Accademia di Arte e Design Bezalel e del College of Management, che hanno adottato misure estreme contro i loro studenti palestinesi. Nella lettera, Adalah ha chiesto l’immediata sospensione dei procedimenti contro questi studenti, sostenendo che i provvedimenti delle università e dei college violano la libertà di espressione, l’accesso all’istruzione superiore e i principi del giusto processo. Inoltre, Adalah sostiene che le istituzioni accademiche non hanno l’autorità legale per monitorare e perseguire gli studenti per le loro azioni sui loro account privati sui social media, azioni che esulano dall’ambito dei loro studi accademici.

Allo stesso tempo, l’ex membro della Knesset, Mohammad Barakeh, presidente del Comitato di Alto Monitoraggio per i Cittadini Arabi di Israele, si è rivolto ai rettori e ai presidi di detti istituti esortandoli a sostenere la libertà di espressione politica di tutti i loro studenti e ad adempiere al loro ruolo di protettori dei diritti degli studenti alla dignità, alla libertà e al giusto processo, soprattutto in tempi di crisi.

Nella lettera di Adalah, gli avvocati Salam Irsheid e Adi Mansour, hanno sostenuto che le sanzioni adottate dagli istituti israeliani per l’istruzione superiore contro gli studenti palestinesi, cittadini di Israele, costituiscono una violazione senza precedenti del loro diritto alla libertà di espressione. Adalah ha inoltre affermato che le università e i college, in molti casi, hanno avviato procedure affrettate e ingiuste che hanno portato alla sospensione o all’espulsione degli studenti, senza udienza, che violano palesemente i loro diritti al giusto processo. Le università e i college hanno privato gli studenti della possibilità di difendersi dalle accuse, violando così il loro diritto al contraddittorio.

Tali azioni hanno creato un effetto paralizzante sulla comunicazione degli studenti e hanno stabilito un pericoloso precedente, per il quale gli studi accademici sono condizionati dalla censura che si estende oltre i confini degli istituti educativi e negli spazi privati, in particolare sugli account degli studenti sui social media, fuori dal contesto dei loro studi accademici. Inoltre, ciò avviene mentre le università non riescono a sostenere il loro ruolo atteso di protettrici della libertà di espressione e di sicurezza dei loro studenti, perché gli studenti palestinesi sono sottoposti a campagne esagerate di diffamazione e istigazione su varie piattaforme.

Infine, Adalah ha dichiarato che le università hanno imposto restrizioni alla libertà di parola ancora più severe di quelle consentite dal diritto penale; censurare l’espressione senza alcuna considerazione riguardo al suo scopo, significato, traduzione, contesto e impatto complessivo.

Adalah ha commentato: “Queste misure disciplinari illegali applicate dagli istituti accademici israeliani costituiscono una grave forma di censura che comporta gravi ripercussioni, trasmettendo un chiaro messaggio agli studenti palestinesi che frequentano gli istituti israeliani: non solo non sono i benvenuti, ma non è nemmeno permesso  loro di esprimere se stessi e le proprie opinioni, indipendentemente da quanto possano essere legittime queste opinioni. La campagna di persecuzione contro gli studenti palestinesi, cittadini di Israele, istigata da organizzazioni di destra e appoggiata dal ministero dell’Istruzione israeliano, sottolinea ancora una volta che all’interno dello Stato di Israele, la tutela dei diritti e dei principi democratici è garantita esclusivamente ai cittadini ebrei-israeliani. In questi contesti accademici, gli studenti palestinesi sono costantemente etichettati come “nemici” e “terroristi” e vengono trattati come tali, soprattutto durante i tempi di guerra.”

Il presidente del Comitato di Monitoraggio dell’istruzione araba, Sharaf Hassan, ha commentato: “C’è un attacco con motivazioni politiche organizzato da entità di destra e razziste per colpire gli studenti arabi ed esercitare pressioni sugli istituti accademici per espellerli, sfruttando l’attuale situazione di sicurezza nel Paese. Stiamo assistendo ad una pericolosa collusione di alcuni istituti accademici con questa campagna. Questi istituti devono svolgere un ruolo più positivo, soprattutto in queste circostanze difficili vissute da entrambe le comunità. Questi istituti stanno commettendo un grave errore, soprattutto considerando che accanto al sistematico attacco agli studenti arabi da parte di questi gruppi, c’è una diffusa campagna di incitamento e razzismo da parte di alcuni studenti e docenti ebrei, senza alcuna giustificazione. Temiamo che queste campagne possano portare ad attacchi e violenza contro studenti e docenti arabi ed ebrei democratici. Esortiamo gli studenti e i docenti arabi a restare vigili e cauti, soprattutto nelle loro attività online,  a chiedere consulenza legale, data la persecuzione razzista e ingiusta. Chiediamo, inoltre, alle istituzioni accademiche di smettere di collaborare con le campagne contro agli studenti arabi e di combattere attivamente l’incitamento e il razzismo, soprattutto perché il nuovo anno accademico inizierà nelle prossime settimane”.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli