L’esercito USA annuncia il bombardamento di due strutture della Guardia rivoluzionaria iraniana in Siria

Washington. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (il Pentagono) ha annunciato venerdì mattina che le sue forze hanno lanciato attacchi contro due strutture appartenenti alla Guardia rivoluzionaria iraniana nella Siria orientale.

I media USA hanno citato le parole del ministero: “Gli attacchi sono arrivati ​​sotto la direzione del presidente Joe Biden”.

Ha citato una dichiarazione del segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, in cui ha affermato che “gli attacchi di precisione sono per autodifesa”.

Austin ha spiegato che si tratta di “una risposta a una serie di attacchi e per lo più infruttuosi contro gli americani in Iraq e Siria, da parte delle milizie appoggiate dall’Iran, iniziati il ​​17 ottobre”.

Ha affermato che gli attacchi non hanno nulla a che fare con “il conflitto in corso tra Israele e Hamas, e non costituiscono un cambiamento nel nostro approccio verso il tale conflitto”.

Il segretario USA si è detto impegnato a continuare a “esortare tutti i partiti governativi e non governativi a non intraprendere azioni che porterebbero a un conflitto regionale più ampio”.

Ha sottolineato che il suo Paese “non tollererà” gli attacchi contro di lui.

Giovedì, Patrick Ryder, portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha affermato che le forze del suo paese in Iraq e Siria sono state oggetto di 16 aggressioni, la scorsa settimana, da parte di “gruppi fedeli all’Iran”.

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha avvertito ieri, giovedì, che se l’aggressione e il genocidio dell’occupazione contro la Striscia di Gaza non finiranno, gli Stati Uniti “non saranno risparmiati da questo fuoco”.

Per il 21° giorno, l’esercito di occupazione israeliano continua a prendere di mira la Striscia di Gaza con intensi attacchi aerei che hanno distrutto interi quartieri, torri ed edifici residenziali crollati sopra i residenti, lasciando più di 7.028 morti palestinesi, tra cui 2.913 bambini, 1.709 donne, e 397 anziani, ferendo 18.484 persone, oltre a circa 2.000 dispersi sotto le macerie.

(Fonte: Quds Press).