L’FPLP chiede che Amnesty International la faccia finita con la falsa equiparazione tra occupante ed occupato


Tratto da: http://www.pflp.ps/english/

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha preso in esame il nuovo rapporto di Amnesty International del 23 febbraio 2009, sostenendo che le organizzazioni per i diritti umani devono finirla con la loro equiparazione tra la vittima ed il carnefice, dovendo invece esercitare pressioni sull’occupante affinché metta fine ai suoi attacchi contro il nostro popolo palestinese sotto occupazione.

Il rapporto di Amnesty International fa appello affinché si ponga fine a tutti i “rifornimenti esterni” di armi in Palestina, chiedendo che gli U.S.A. e gli altri regimi smettano di armare l’occupante israeliano, ma ha anche denunciato la resistenza palestinese, non riconoscendo la sua legittimità internazionale in qualità di popolo sotto occupazione che lotta per la liberazione nazionale e per il raggiungimento dei suoi diritti; il che è in contrasto col diritto internazionale che riconosce il diritto dei popoli sotto occupazione a resistere alla stessa per ottenere la libertà e l’indipendenza.

Piuttosto che rafforzare i diritti del popolo palestinese contro un occupante impegnato in una brutale aggressione, il rapporto di Amnesty International equipara le organizzazioni della resistenza palestinese all’esercito d’occupazione, ignorando le loro rispettive posizioni di popolo sotto occupazione e di forza d’occupazione. L’FPLP ha dichiarato che l’appello di Amnesty International per un embargo totale sulla vendita di armi ad Israele ed alle organizzazioni della resistenza palestinese è un orribile errore che presenta una falsa equazione. Amnesty dovrebbe invece concentrarsi sull’aggressione dell’occupante contro il nostro popolo e sull’utilizzo di armi proibite a livello internazionale (incluse quelle al fosforo bianco ed all’uranio impoverito) contro i civili nel corso del recente attacco a Gaza.

La dichiarazione dell’FPLP sostiene che realizzando la falsa equiparazione, Amnesty premia l’occupazione per i suoi crimini contro il nostro popolo. Chiama poi le organizzazioni internazionali e quelle per i diritti umani ad essere attente, leali e precise nei loro comunicati e a riconoscere la chiara ed ovvia distinzione tra una forza d’occupazione che opprime la popolazione indigena e un popolo sotto occupazione che lotta per la sua libertà, e ad esercitare il loro ruolo per esercitare pressioni sull’aggressore affinché termini i suoi attacchi e rispetti il diritto internazionale.

 

Traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli


L'FPLP elogia gli studenti britannici che occupano le università in solidarietà con la Palestina

12 febbraio 2009

Tratto da: http://www.pflp.ps/english/

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina si complimenta con gli studenti Britannici per l’ondata di occupazioni in solidarietà al popolo Palestinese e lo stesso Fronte, in un comunicato del 12 febbraio, ha  chiesto di continuare ed allargare il movimento.

L’Fplp si è complimentato con gli studenti della Manchester University e con oltre 20 università britanniche che hanno accolto l’appello del popolo palestinese per il sostegno e la solidarietà di fronte ai massacri e alle aggressioni contro la nostra gente a Gaza e la complicità e il coinvolgimento del governo e degli ufficiali  Britannici, Statunitensi e dell’intera Unione Europea nell’assedio del nostro popolo e nel tentativo di sottomettere e sopprimere i nostri diritti.

Piuttosto che rendersi complici, questi studenti sono passati in prima linea, occupando le università e richiedendo che le università prendano posizione per interrompere l’assedio contro il nostro popolo a Gaza, come elencato di seguito (dalle richieste degli studenti della University of Manchester):

1)      La University of Manchester deve pubblicare un comunicato che condanni le azioni di Israele nella striscia di Gaza, riconoscendo in particolare gli effetti sulle istituzioni scolastiche, come il bombardamento dell’università islamica di Gaza, e che esprima preoccupazione sulle accuse di crimini di guerra

2)      Sostenere una giornata di raccolta di fondi per il campus il cui ricavato vada all’appello Disasters Emergency Committee (DEC) per Gaza

3)      L’Università deve diffondere l’appello del DEC in qualsiasi modo possibile (anche con un banner sul sito web) e deve mettere pressione alla BBC e a Sky affinché trasmettano la promozione di quest’appello.

4)      Tutte gli attrezzi e le provviste in più degli edifici che sono state rinnovate devono essere mandate a Gaza sul convoglio Viva Palestina.

5)      L’Università deve partecipare alla campagna BDS fermando la vendita di prodotti di merci Israeliane, nei locali dell’università e deve smettere di comprare qualsiasi di attrezzo per il campus da compagnie israeliane.

6)      L’Università deve disinvestire da tutte le compagnie direttamente coinvolte nella produzione di armi. Chiediamo anche che l’Università prenda seriamente in considerazione la questione della trasparenza negli investiventi

7)      L’Università deve pubblicamente sostenere il diritto di protesta dei suoi studenti, come le occupazioni. Su questa linea l’università deve facilitare lo svolgimento della conferenza “Students for Palestine”, che si terrà la seconda settimana di aprile.

8)      L’Università deve mandare un messaggio pubblico in solidarietà con l’Università Islamica di Gaza, il cui campus è stato praticamente distrutto, e pubblicarlo sul sito web dell’università e diffonderlo agli indirizzi e-mail dell’università.

9)      L’Università deve emettere almeno cinque borse di studio per gli studenti Palestinesi e cinque borse di studio per gli studenti israeliani che rifiutano di prestare servizio nelle FDI.

10)  L’Università deve creare un modulo sulla storia palestinese disponibile come modulo opzionale per qualsiasi studente della University of Manchester.

11)  L’università deve applicare tasse pari a quelle che pagherebbero in patria agli studenti palestinesi che vogliono frequentare la University of Manchester

12)   L’Università non deve vittimizzare coloro che partecipano all’occupazione e si deve essere possibile un movimento libero sia dentro che fuori lo spazio occupato.

La lotta del popolo palestinese per la liberazione è un confronto con l’imperialismo e il sionismo a livello palestinese, arabo e internazionale e queste azioni dirette di solidarietà sono una parte critica della nostra lotta per raggiungere i nostri diritti nazionali di auto determinazioni, sovranità e di rompere la stretta mortale dell’imperialismo e del sionismo intorno alla nostra gente.

Inoltre nel momento in cui il livello di coinvolgimento della NATO e dell’Unione Europea è aumentata per prolungare l’assedio contro la nostra gente e sopprimere i nostri diritti nazionali, la lotta di questi studenti per porre fine all’assedio a Gaza e per isolare internazionalmente Israele è stata particolarmente importante.

Particolarmente ci complimentiamo con gli studenti della University of Manchester per aver preso la risoluzione di boicottare Israele al suo meeting generale, coinvolgendo più di mille studenti e per aver mandato messaggi di solidarietà e di sostegno a tutti gli studenti e le altre persone in Gran Bretagna e intorno al mondo che stanno lottando per la liberazione della Palestina.

Traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli

coll.autorg.universitario@gmail.com

http://cau.noblogs.org

 

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