Libano: ministri disertano processo Hariri

 

Press Tv. Sempre più ministri si rifiutano di collaborare con il Tribunale speciale per il Libano (Tsl) per l'assassinio di Hariri e ne mettono in discussione la credibilità: lo riporta il corrispondente di Press Tv.

Hariri venne ucciso il 14 febbraio 2005, quando degli esplosivi equivalenti a circa una tonnellata di Tnt furono fatti detonare nel centro di Beirut.

Di recente, il primo ministro ad interim Sa'ad Hariri ha dovuto affrontare il rifiuto da parte di quattro ministri del vecchio gabinetto a consegnare alcuni documenti richiesti da Danile Bellemare Fransen, procuratore del Tsl.

Sharbl Nahas, ministro delle Telecomunicazioni ad interim, ha ad esempio spiegato mercoledì di aver ignorato diversi inviti da parte di Fransen a collaborare con la corte, in quanto “contrari alla legge libanese per quel che riguarda la segretezza delle intercettazioni telefoniche e l'immunità concessa a parlamentari e presidenti”.

Nahas ha quindi aggiunto di aver trasferito le richieste del Tls al Consiglio dei ministri, che al momento non può riunirsi essendo scaduto il suo mandato.

Secondo alcune notizie, il procuratore ha persino chiesto le impronte digitali di circa quattro milioni di libanesi; praticamente, ogni singolo cittadino sarebbe coinvolto.

Gli esperti di diritto sembrano dar ragione ai ministri in questione, affermando che la legge libanese può fornire una posizione sulla disputa.

Franklin Lamb, avvocato internazionale, ritiene ad esempio che il rifiuto di Nahas “si poggia su basi solide, fornite dalla legge libanese: l'articolo 106 della normativa sulla privacy potrebbe essere infatti violato [dalla richiesta di Fransen]”.

Il rifiuto di Nahas a collaborare con il Tribunale è stato seguito da un comunicato furente pubblicato dalla Coalizione del 14 marzo, che ha condannato “il rifiuto a fornire al procuratore del Tsl i documenti di cui ha bisogno per le sue indagini”.

La Coalizione teme che, una volta terminato il mandato del suo governo, il memorandum di accordo firmato dall'allora primo ministro Fuwad Seniora nel 2007 venga annullato dal prossimo gabinetto, presieduto dal deputato Najib Mikati.

Dall'altra parte, la coalizione rivale dell'8 marzo ha messo fortemente in discussione la legalità costituzionale del memorandum, che non venne approvato dal Parlamento né firmato dal presidente dell'epoca.

 

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