Jeddah. Il Segretariato generale dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OCI) ha condannato con forza “l’irruzione delle forze di occupazione israeliane (IOF) nella moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme/al-Quds, il palese assalto ai fedeli e l’arresto di alcuni di loro”, nonché la chiusura della moschea Ibrahimi nella città di Hebron/al-Khalil, nel sud della Cisgiordania occupata.
Il Segretariato generale dell’OCI ha dichiarato in un comunicato che ritiene che “si tratti di un’estensione delle ripetute violazioni di Israele, potenza occupante, della santità dei luoghi di culto e della libertà di preghiera, ed una palese violazione delle Convenzioni di Ginevra e del diritto internazionale”.
Per garantire ai coloni il libero accesso alle due moschee musulmane di Gerusalemme e Hebron, le IOF hanno bloccato l’ingresso dei musulmani a questi due siti, e attaccando e portando via con la forza i fedeli dalla moschea di al-Aqsa.
I coloni hanno intensificato l’assalto ad al-Aqsa durante la festa di Sukkot, che continua fino alla fine settimana, e hanno recitato rituali religiosi in violazione dello status quo esistente da decenni che la considera un luogo di culto esclusivamente musulmano.
“L’OCI ritiene il governo d’occupazione israeliano pienamente responsabile delle conseguenze della continuazione di questi crimini e degli attacchi sistematici che alimentano la violenza, la tensione e l’instabilità nella regione”, invitando, allo stesso tempo, la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità per porre fine a tali gravi violazioni, sottolineando la necessità di preservare lo status storico e legale dei luoghi santi islamici e cristiani nella città occupata di Gerusalemme”.
(Fonte: Wafa).
Traduzione per InfoPal di F.L.