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Gaza – WAFA. L’ospedale di al-Awda nella città di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza, ha annunciato mercoledì la sospensione completa di tutti i servizi medici a causa della grave carenza di carburante e di forniture mediche.
All’inizio di martedì, l’ospedale al-Awda aveva avvertito che i servizi medici forniti ai malati e ai feriti all’interno dell’ospedale si sarebbero fermati a causa della mancanza di forniture mediche, medicinali e carburante, alla luce del rigido assedio militare imposto dalle forze israeliane sulle aree del nord della Striscia di Gaza.
Il direttore del Dipartimento di monitoraggio e valutazione di al-Awda, il dottor Muhammad Salha, ha dichiarato in un comunicato stampa: “La totale cessazione dei servizi dell’ospedale di al-Awda porterà a una completa privazione dei servizi sanitari di base per i cittadini, soprattutto alla luce della cessazione del servizio da parte di tutti gli ospedali del nord”.
Ha aggiunto: “La fine dell’attività dell’ospedale aggraverà la complessa crisi sanitaria dovuta all’aggressione e all’assedio israeliano in corso dal 7 ottobre”.
Il medico ha lanciato un appello urgente a tutte le organizzazioni internazionali, umanitarie e per i diritti umani, affinché facciano pressione sull’occupazione per rifornire l’ospedale di medicinali, materiali di consumo, forniture mediche e carburante”.
Le Forze di occupazione hanno assediato l’ospedale di al-Awda per 18 giorni, causando gravi danni ai piani superiori dell’edificio, oltre a distruggere alcune ambulanze.
Dall’inizio dell’aggressione alla Striscia di Gaza, il 7 ottobre, Israele ha messo fuori servizio 31 ospedali a causa degli intensi attacchi missilistici. Le forze israeliane hanno anche preso parzialmente di mira altre 152 istituzioni sanitarie.
Il numero di civili uccisi dall’inizio dell’aggressione israeliana a Gaza, il 7 ottobre, è salito a 29.878, soprattutto donne e bambini. Almeno altri 70.215 sono stati feriti.
Traduzione per InfoPal di F.L.