L’UE facilita gli abusi contro i migranti in Libia, afferma l’indagine delle Nazioni Unite

MEMO. I finanziamenti dell’Unione Europea stanno facilitando gli abusi contro i migranti in Libia che vengono sistematicamente torturati e costretti alla schiavitù sessuale.
L’avvertimento è scaturito da un’indagine delle Nazioni Unite secondo cui l’Unione Europea ha dato sostegno a organizzazioni che hanno “aiutato e favorito la commissione dei crimini”.
L’indagine ha rilevato che vi erano motivi per ritenere che i migranti fossero stati presi di mira dalle forze di sicurezza statali e da gruppi di milizie armate nei centri di detenzione sotto il controllo della Direzione libica per la lotta alla migrazione illegale (DCMI) e della guardia costiera libica.

“Queste entità ricevono supporto tecnico, logistico e monetario dall’Unione Europea e dai suoi Stati membri per l’intercettazione e il rimpatrio dei migranti”, ha affermato il presidente della Missione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite sul presidente della Libia, Mohamed Auajjar.
Secondo Amnesty International, nel 2016 l’UE ha iniziato ad assistere la guardia costiera libica fornendo motoscafi e addestramento e stabilendo un’ampia area marittima in cui la guardia costiera libica è responsabile delle ricerche e dei soccorsi.

Ciò ha consentito alla guardia costiera di riportare illegalmente migranti e rifugiati in Libia, dove sono spesso detenuti, anche se subiscono gravi abusi.
Oltre alla tortura, vi sono ragionevoli motivi per ritenere che venga commessa anche la schiavitù sessuale delle donne all’interno e intorno a questi centri di detenzione, che è un crimine contro l’umanità, conclude l’indagine delle Nazioni Unite.
Vengono commesse anche detenzioni arbitrarie, omicidi, torture, stupri, uccisioni extragiudiziali e sparizioni forzate.

Nel 2021 Amnesty International ha pubblicato un rapporto che ha rilevato che le guardie in un centro di detenzione a Tripoli hanno violentato i detenuti in cambio di beni di prima necessità come l’acqua pulita.
L’Osservatorio dei diritti ha invitato i paesi europei a sospendere la cooperazione per il controllo delle frontiere con la Libia.
Lo scorso fine settimana, la guardia costiera libica ha sparato colpi di avvertimento contro una nave umanitaria mentre cercava di soccorrere i migranti al largo della costa libica.
Gli enti di beneficenza SOS Mediterranee e Sea-Watch hanno accusato la guardia costiera libica di aver sparato deliberatamente, mettendo in pericolo l’equipaggio e di aver poi riportato in Libia circa 80 migranti.
Amnesty ha scoperto che le guardie costiere libiche hanno deliberatamente danneggiato le barche facendole capovolgere e profughi e migranti sono annegati.

Traduzione per InfoPal di L.P.