
MEMO. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) ha adottato una risoluzione in cui si afferma che tutte le procedure israeliane volte a cambiare l’identità della città santa di Gerusalemme e il suo status quo giuridico sono nulle e prive di effetto.
Nel corso della 214ª sessione svoltasi a Parigi il 6 aprile scorso, il Consiglio esecutivo dell’UNESCO ha adottato all’unanimità la risoluzione presentata dalla Giordania in coordinamento con palestinesi e gruppi arabi e islamici.
“La risoluzione chiede a Israele di fermare le sue provocazioni e le procedure unilaterali illegali contro Haram Al-Sharif (il complesso di al-Aqsa, ndr), inclusa la Moschea di al-Aqsa, così come la Città Vecchia di Gerusalemme e le sue mura”.
Un portavoce del ministero degli Esteri giordano ha affermato che la risoluzione ribadisce tutte le 21 precedenti risoluzioni emesse dal consiglio di amministrazione e le 11 risoluzioni del Comitato del patrimonio mondiale relative a Gerusalemme, che hanno espresso preoccupazione per il rifiuto di Israele, della forza di occupazione, nel fermare lo scavo, la costruzione di gallerie e tutte le opere illegali nella Gerusalemme orientale occupata.
La risoluzione, ha affermato il ministero degli Esteri, rafforza la posizione giordana riguardo alla Città Vecchia, alle sue mura e ai luoghi sacri islamici e cristiani. Questa risoluzione ha ribadito che tutte le misure israeliane adottate per cambiare l’identità della città sono “nulle e prive di effetto”.
Chiede inoltre che una missione dell’UNESCO sia inviata a Gerusalemme per ispezionare le violazioni commesse dall’occupazione.
Una seconda risoluzione, incentrata sull’istruzione e il patrimonio palestinesi, è stata inoltre adottata a sostegno del programma di studi palestinese.
Il ministro degli Esteri palestinese Riyad Al-Malki ha accolto con favore l’adozione delle risoluzioni, sottolineandene l’importanza in questo momento, e citando “le continue violazioni sistematiche e diffuse che Israele, la potenza occupante illegale, sta portando avanti contro i diritti del popolo palestinese”.
Traduzione per InfoPal di Stefania Gestro