L’unico zoo di Gaza a rischio di chiusura, a causa del blocco israeliano

Gaza -Infopal. Non si dà pace Mohammed Barghouth, proprietario dell'unico zoo di Gaza, il quale ha assistito giorno per giorno alla morte dei suoi animali, portati a Gaza dall'estero.

Mohammed ha investito molto in opere di giardinaggio e di abbellimento del giardino, e per questo si è esposto finanziariamente.

Infatti, dal momento che il clima ed il territorio della Striscia di Gaza non sono quelli delle foreste e degli habitat naturali di questi animali, lo zoo di Gaza ha un valore particolare. Conteneva infatti specie selvatiche e rare.

Animali deceduti

Prima dell'embargo israeliano alla Striscia di Gaza, che dura ormai da quattro anni, Mohammed aveva investito circa 700.000 $ per l'acquisto degli animali destinati al “Parco divertimenti”, situato al centro di Gaza, una delle rare aree di svago per la popolazione locale.

Ma il blocco ha anche inciso sulla mancanza di medicine e di cure per questi animali, come di personale veterinario locale.

Minaccia di chiusura

Tra gli animali selvatici si trovano pavoni, struzzi, volpi, scimmie, scoiattoli e zebre, tutte specie rare che finalmente i palestinesi di Gaza potevano ammirare dal vivo e non più soltanto per mezzo della televisione.

Oltre ad aver precluso ogni possibilità di far pervenire nella Striscia di Gaza nuovi esemplari, il blocco ha inoltre inciso sulla liquidazione di molti impiegati nello zoo, poiché non ci sono i soldi per il pagamento degli stipendi.

L'aggressione del 2008-2009, inoltre, ha causato varie perdite tra gli animali dello zoo, causate anche dall'impossibilità di nutrirli.

Cifre astronomiche per l'ingresso di animali via tunnel

“Abbiamo provato a portare nuovi animali, poiché lo zoo comincia a svuotarsi, tuttavia ci chiedono 10.000 dollari o più per ciascun animale da far entrare attraverso i cunicoli”. Si tratta di cifre improponibili per Mohammed.

Nell'ultimo tentativo di movimentare un po' lo zoo, Mohammed ha anche preso due asini locali dipingendoli come fossero delle zebre, ma non è servito a nulla…

“Le perdite sono catastrofiche: ho venduto la mia terra, la mia grande casa e un piscina che possedevo per realizzare questo zoo, ma il crollo del numero dei visitatori, le conseguenti perdite e la moria degli animali, giorno dopo giorno, mi hanno fatto cadere in depressione”.

Mohammed si è rivolto all'Organizzazione Mondiale per Protezione degli Animali affinché gli animali vengano tutelati in un contesto dove Israele non ha riguardo per niente e nessuno, nella speranza che l'embargo finisca e il suo giardino zoologico torni a nuova vita.

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