“La situazione è precipitata nel caos contestualmente all'arrivo di alcuni sostenitori di Hamas. Coloro che sostenevano Fatah e che erano presenti nelle piazze di Gaza, ma anche gli attivisti della sinistra palestinese, hanno reagito d'istinto e hanno dichiarato di voler proseguire una marcia indipendente. Hanno voluto, insomma, prendere le distanze da Hamas. Poi sono partiti in una sfilata di tutte le fazioni dell'Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp), escludendo quelli di Hamas. Subito, sono esplosi gli scontri partiti con il lancio di pietre”.
“Abbiamo assistito ad atteggiamenti, da parte delle fazioni, di tipo 'politico'. La presa di distanza dai gruppi di Hamas ha voluto significare un 'non riconoscerlo' e ha simboleggiato la sua espulsione”.
Sono queste le dichiarazioni rilasciate dal portavoce del governo di Gaza, Taher an-Nunu, all'agenzia Safa', sugli scontri scoppiati ieri pomeriggio, durante la manifestazione per l'unità interpalestinese.
Gaza – Safa'. Dopo le notizie ampiamente “propagandate” sin da ieri sera, da poche ore, il governo della Striscia di Gaza ha ufficialmente rilasciato alcune dichiarazione per chiarire gli episodi – e le varie interpretazioni ad essi attribuite dai mezzi d'informazione che lo vedevano imputato di essere il mandante degli ufficiali di sicurezza autori della repressione di ieri.
La Giornata per la fine delle divisioni interne e per l'unità indetta ieri, 15 marzo, dai giovani palestinesi, aveva visto la più alta affluenza nella Striscia di Gaza, ma numerosi avevano risposto anche da Ramallah, Nablus, al-Khalil (Hebron) e qualcuno dall'estero.
Il portavoce del governo di Gaza, Taher an-Nunu, ha riferito per mezzo stampa che condividendo, il governo, le istanze dei manifestanti, il ministero dell'Interno aveva dato disposizioni affinché si creasse una situazione di sicurezza nei confronti dei partecipanti e, nel complesso, a garanzia della riuscita dell'evento.
Dalle dichiarazioni di an-Nunu emerge che, da tempo, di fronte ad un reiterato rifiuto dei giovani promotori del “15 marzo” di accogliere una copertura politica, gruppi legati al rivale politico Fatah, hanno tentato per giorni di creare i presupposti di delegittimazione della Giornata nazionale.
E alcuni giovani, intervistati ieri dal nostro corrispondente nella piazza del principale raduno, avevano raccontato quanto affermato oggi dal dirigente palestinese.
“Questi tentativi sono avvenuti parallelamente alla premessa in cui tutte le fazioni avevamo riconosciuto un mutuo accordo sulla liceità di raduni, presidi e manifestazioni. Invece abbiamo assistito tutti a fatti criminosi.
“Lunedì ci eravamo riuniti e, in quell'occasione, tutte le fazioni presenti avevano dato garanzie sulla condivisione della richiesta popolare, ovvero l'unità nazionale e la fine delle divisioni.
“La situazione è precipitata nel caos contestualmente all'arrivo di alcuni sostenitori di Hamas. Coloro che sostenevano Fatah e che erano presenti nelle piazze di Gaza, ma anche gli attivisti della sinistra palestinese, hanno reagito d'istinto e hanno dichiarato di voler proseguire una marcia indipendente. Hanno voluto, insomma, prendere le distanze da Hamas. Poi sono partiti in una sfilata di tutte le fazioni dell'Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp), escludendo quelli di Hamas. Subito, sono esplosi gli scontri partiti con il lancio di pietre.
“Abbiamo assistito ad atteggiamenti, da parte delle fazioni, di tipo 'politico'. La presa di distanza dai gruppi di Hamas ha voluto significare un 'non riconoscerlo' e ha simboleggiato la sua espulsione”.
Per quanto riguarda l'invito che il premier di Gaza, Isma'il Haniyah, ha rivolto al presidente dell'Autorità palestinese (Anp), Mahmoud 'Abbas, per discutere di unità nazionale e, ovviamente, della fine delle divisioni, an-Nu'nu ha riferito che sarebbe giunta luce verde dal governo di Ramallah ai membri del Comitato centrale di Fatah.
“I mezzi informazione legati a Fatah, dall'agenzia stampa “Ma'an” a “Tv Palestina”, hanno le loro responsabilità nell'aver influenzato l'opinione pubblica divulgando notizie mendaci su quanto stava accadendo nella Striscia di Gaza in concomitanza della Giornata del 15 marzo”.
Concludendo, an-Nu'nu ha ricordato come “identici episodi si sono registrati nel '15 marzo' di Ramallah, dove la sicurezza dell'Anp ha impedito ad alcuni membri, ma anche solo semplici sostenitori di Hamas, di prenderne parte, mentre ha represso il resto della folla in maniera arbitraria”.