Manifestazioni internazionali pro-Palestina chiederanno la fine dell’aggressione su Gaza

Gaza – PIC. Un gruppo di organizzazioni per i diritti umani ha indetto proteste in tutto il mondo per sabato 13 gennaio, che segna il 99° giorno di aggressione israeliana in corso sulla Striscia di Gaza, chiedendo la fine dell’aggressione.

Le proteste sono previste in decine di Paesi, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia, Canada, Giordania, Turchia e diversi Paesi dell’America Latina.

Il Forum palestinese in Gran Bretagna (PFB), uno dei gruppi organizzatori britannici della campagna, ha spiegato che il coinvolgimento di più Paesi nel movimento globale “riflette un impegno condiviso per porre fine alla violenza a Gaza”, sottolineando l’importanza di coordinare gli sforzi per raggiungere una soluzione giusta e una fine permanente della guerra a Gaza.

I gruppi di difesa con sede nel Regno Unito, che stanno organizzando questa iniziativa, affermano che le marce previste per il 13 gennaio – 99° giorno dell’aggressione israeliana a Gaza – mirano a mobilitare la popolazione per chiedere un cessate il fuoco permanente e la fine degli attacchi israeliani sul territorio assediato.

Sono previste marce in decine di città in tutto il mondo, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Svizzera, Danimarca, Sudafrica, Nigeria, Ghana, Giappone, Indonesia, Corea del Sud, Australia, Brasile, Giordania, Turchia e molti altri Paesi.

Il PFB, uno dei molti gruppi britannici che organizzano la campagna, ha dichiarato che il numero crescente di città che si uniscono al movimento globale “riflette un impegno condiviso per porre fine all’aggressione su Gaza”.

Il Forum ha dichiarato: “Siamo uniti nella campagna #GazaGlobalAction, inviando un messaggio clamoroso: il mondo chiede cambiamento, giustizia e un futuro libero dalla violenza”.

Hanno aggiunto che la “triste realtà” di Gaza “evidenzia l’urgente necessità di attenzione internazionale, di aiuti umanitari e di sforzi coordinati per una soluzione giusta e duratura del conflitto”.

Le proteste avranno luogo un giorno prima del 100° giorno dall’inizio dell’aggressione israeliana a Gaza, che ha provocato l’uccisione ed il ferimento di almeno il 4% della popolazione di Gaza.

Tra gli altri gruppi britannici che organizzano le proteste ci sono Friends of al-Aqsa (FOA), la Muslim Association of Britain, Stop the War Coalition, Palestine Solidarity Campaign (PSC) e Campaign for Nuclear Disarmament.

Questi gruppi hanno anche guidato le proteste contro la guerra in Iraq del 15 febbraio 2003, che si sono svolte in oltre 600 città e hanno attirato milioni di manifestanti.

Gli appelli a partecipare alla Giornata globale d’azione sono stati ampiamente condivisi sui social media utilizzando gli hashtag #CeasefireNow, #EndTheSiege e #FreePalestine.

Ismail Patel, presidente di Friends of Al-Aqsa, ha dichiarato che le proteste del 13 gennaio mirano a “dare forza alla comunità internazionale per sfidare gli alleati di Israele, tra le altre ragioni”.

Ha aggiunto: “La Giornata globale d’azione mira a far luce sulla condanna globale dei continui bombardamenti israeliani e del blocco di Gaza, che ogni giorno causano la morte di circa 300 persone, sulla pulizia etnica in corso in Cisgiordania, sulla discriminazione dei palestinesi all’interno di ‘Israele’ e sulla disumanizzazione dei palestinesi”.

Le proteste programmate si inseriscono in un contesto di mancanza di progressi nel raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco o di un consenso internazionale per porre fine alla guerra.