Media e manipolazione della realtà.

Pubblichiamo qui di seguito l’intervento di Angela Lano, direttore di Infopal.it al Campeggio estivo dell’Ucoii -Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia -, svoltosi ad Arcevia, nelle Marche, tra il 12 e il 18 agosto.

 

13 luglio: Libano, la nuova Gaza.

I media ci hanno raccontato, titolando a caratteri cubitali, che Hezbollah aveva attaccato Israele attraverso il “rapimento” di due soldati. In realtà le cose non stanno proprio così: Hezbollah ha catturato due militari che si erano addentrati in territorio libanese per spiare, raccogliere informazioni. E sono stati, appunto, catturati, come accade in situazioni di conflitto. Hezbollah, infatti, stava spiando gli spioni, e li ha beccati.

Spiegare queste cose, cambia la sostanza: Israele ha fatto ciò che non doveva e Hezbollah ha reagito. E ha condotto operazioni di guerriglia, le uniche concesse dalle nuove guerre “asimmetriche” (dove la potenza militare è assolutamente sproporzionata e a favore di uno solo dei contendenti. Si legga al proposito: il Manifesto Il Vicino e Medio Oriente: l’informazione secondo Repubblica, Aljazeera.net e il Manifesto.) vincenti, che hanno portato alla sconfitta dell’esercito sionista.

Scrivere, come è stato fatto fino a ora, che Israele è stata aggredita dal Libano porta a giustificare la reazione israeliana.

Dunque, la prospettiva da cui si parte porta a modificare la sostanza della comunicazione e a ribaltarla a favore dell’uno o dell’altro.

Israele è maestra in fatto di propaganda e di comunicazione.

La sua forza comunicatrice è basata su

1.     

v   Possesso dei media in molti paesi. Esempio: Rupert Murdoch, magnate australiano ebreo dell’informazione controlla milioni e milioni fra telespettatori e lettori in tutti e cinque i continenti. I notiziari e gli approndimenti giornalistici su Fox Tv, negli Usa, propagandano le guerre di rapina statunitense e i massacri israeliani in Palestina.

Chi guarda Fox Tv di Murdoch pensa che ci sia un nemico da combattere – l’Islam e gli arabi – e una civiltà da esportare – quella statunitense.

v In Italia non siamo messi meglio: Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, L’Unità (e in parte anche Liberazione) sono legati alla causa filo-israeliana da editori, direttori, editorialisti, ecc., filo-sionisti. Quindi, sono palesemente e schieratamente a favore di Israele e delle sue scelte. Così come, spesso, e neanche poi tanto velatamente, sono anti-arabi e anti-islamici. (Alcuni quotidiani, nel periodo precedente a Ferragosto hanno titolato a caratteri cubitali: “Maxi retata di 40 terroristi islamici”. Come si è saputo subito, si trattava di piccoli delinquenti e di persone con permessi di soggiorno scaduti, e non di terroristi).

Questi giornali fomentano una campagna di terrorismo psicologico a discapito delle persone di fede musulmana. 

Nei canali tv domina la linea filo-israeliana, che ha il suo apice nel tg1 di Clemente Mimun. Il corrispondente dei tg rai, Claudio Pagliara, è così spudoratamente pro-Israele da essere inguardabile. Il tg3, essendo ormai al governo una pseudo-sinistra, ci ha dato il contentino togliendo dal freezer i due ottimi Marc Innaro e Ennio Remondino, esiliati in posti di scarso interesse come punizione per essere stati, nelle passate legislature, poco filo-governativi, aver criticato Israele e gli Usa.

     Più libertà è concessa alle radio, dove spesso viene fatta una  buona informazione.    

     Ampio spazio informativo è dato invece da internet, vero universo di libertà di espressione e prossimo futuro  dell’informazione. La tendenza, infatti, è quella di mettere a lato la carta stampata e di privilegiare il web. Questo significa che fra non molto anche questo sarà soggetto a controlli (già è così) e  a limitazioni.

2.

v Strumentalizzazione dell’Olocausto, sensi di colpa continuamente alimentati da Giornate della Memoria e altro ancora.

v Spauracchio dell’antisemitismo: chi critica il governo israeliano è “antisemita”. E gli arabi cosa sono? Indoeuropei? Dunque, politici, amministratori, ecc., hanno paura di inimicarsi “l’unica democrazia del Medio Oriente” (fasulla propaganda, ovviamente). 

3.

v   Controllo o possesso del settore economico.

4.        Appoggio Usa. 

I mezzi di informazione non improvvisano nulla. Le notizie sono costruite durante le riunioni di redazione, seguendo una linea editoriale precisa. 

I mezzi di informazione non si rivolgono ai lettori o ai telespettatori, almeno, non più. Si rivolgono ai loro clienti (chi li paga profumatamente per farsi ospitare la pubblicità di questo o quel prodotto) per vendergli un certo tipo di pubblico.

Certi programmi o tg, e in certe fasce orarie, sono più seguiti da ragazzi, casalinghe, anziani, persone di questo o quel livello socio-culturale. A questi utenti è diretta una pubblicità mirata.

Quindi il lettore di quotidiani o riviste e il telespettatore sono solo merce di scambio tra l’editore e l’azienda commerciale che compra lo spazio pubblicitario.

Lo si vede ormai dallo squallore della comunicazione giornalistica e dai programmi spazzatura della tv.

Personaggi ambigui come Magdi Allam, Oriana Fallaci, e altri ancora, proposti sui quotidiani e in video sono funzionali a un certo tipo di pubblico facilmente influenzabile dall’autoreferenzialità e dalle manipolazioni dei mezzi di informazione. E’ difficile che i due sopracitati piacciano a persone di buona cultura e capacità di analisi. Piacciono a chi che vede nella presenza di stranieri – soprattutto di fede islamica – una minaccia.  

Allam e affini sono funzionali alla paura e alla guerra “di civiltà” decisa dalle multinazionali degli armamenti e del petrolio statunitensi. E l’Italia, purtroppo, come paese – colonia degli Usa dopo la sconfitta del ’45, deve adeguarsi (basta ripensare alla storia degli ultimi sessant’anni, con particolare attenzione al periodo bellico, al dopoguerra e al ritorno della mafia siciliana, e agli “anni di piombo”, caso Moro compreso).  

Parliamo ora delle tecniche usate dai mezzi di informazione per condizionarci:

A) Autoreferenzialità

      Una notizia è importante in quanto pubblicata da altri media, soprattutto se fanno parte dello stesso gruppo (es. Canale 5 cita Il Giornale, quest’ultimo cita Panorama, e così via. Mentre il pubblico non sa o non ricorda che tutti fanno capo a un medesimo soggetto)

      Diventa vera in quanto affermata da qualcuno di noto:

“L’ha detto Emilio Fede!”, “L’hanno detto da Vespa!” 

B)  Mezzi Linguistici

1-  Uso di frasi ad effetto, aggettivi e giudizi, ripetizioni continue; uso dello spazio nel giornale: esempi eclatanti in Italia sono i quotidiani   LIBERO,  IL GIORNALE,  LA PADANIA 

 

C) Utilizzo di “fattoidi”, elementi della comunicazione che assomigliano ai fatti senza esserlo. Cioè, invenzioni belle e buone (es.: i previsti attacchi terroristici in Italia che sono diventati quasi un fatto reale senza esserlo; l’invasione islamica dell’Europa; le cellule islamiche terroriste in sonno, ecc.).

I fattoidi producono un “inquinamento semiotico”, creano, cioè, una alterazione linguistica, una incoerenza tra significato e significante. Le parole vanno a esprimere concetti diversi da quelli che dovrebbero in realtà rappresentare. Esempio… 

1-   islam= terrorismo

2-   musulmano= terrorista

3-   pacifista  = terrorista

4-   resistenza = terrorismo

5-   combattente= terrorista

6-   patriota= terrorista

7-   moschea= covo di terroristi

8-   centro islamico= covo di terroristi

9-   musulmano=potenziale terrorista

10-hezbollah, hamas, fplp, fdlp, fatah, ecc. = organizzazioni terroriste

11-guerra e sterminio di civili = operazione di peacekeeping o intervento umanitario; g. preventiva; g.chirurgica; g.tecnologica; esportazione della democrazia; democratizzazione; liberazione…

12- massacri di civili inermi= effetti collaterali; errore inevitabile…

13-pulizia etnica= diritto di difesa…

14-guerra di conquista e rapina delle risorse di un paese= democratizzazione e operazione umanitaria…

15-attacco deliberato, invasione, aggressione= diritto di difesa. 

Anche i ruoli tradizionali si sono capovolti: l’aggressore è diventato “vittima”, si veda Israele, il quinto paese più armato del mondo che dichiara di essere “accerchiato” e attaccato dai paesi arabi.  

In Italia, il giornalismo asservito ai poteri forti è più realista del re e definisce la resistenza e i resistenti iracheni, ad esempio, come terroristi, mentre negli Usa (che pur hanno stilato l’elenco delle organizzazioni “terroriste”, li chiamano “insorti”, “combattenti”, “resistenti” e, in casi particolari, terroristi). Per noi si tratta solo di “terroristi”. 

D) Uso delle immagini che colpiscono

e che suscitano emozioni forti, di panico, di paura, di sospetto…

 

Gli effetti: da una parte ci sono i “terroristi” dall’altra quelli che coraggiosamente vi lottano contro. Usa e Israele in testa. 

Ma Usa /GB e Israele uccidono civili innocenti. Sono gli “effetti collaterali” della guerra contro il terrorismo. 

 

"In Libano, ad esempio, la reazione di Israele alla cattura di due soldati di Tsahal e all’uccisione di altri dtre militari lungo il confine con il Libano nelle prime ore della mattina del 13 luglio è stata la stessa scelta due settimane prima, dopo la cattura del caporale Gilad Shalit da parte di un commando emanazione di tre gruppi armati palestinesi che operano dentro Gaza. Bombardamenti alle infrastrutture, incursioni terrestri e aeree, massacro continuo di civili". 

"L’operazione lanciata dall’IDF contro Gaza ha ben poco a che vedere con il "rapimento" di Gilad Shalit. Notizie pubblicate fra l’altro da Ha’aretz indicano che l’operazione era stata pianificata e organizzata ben prima che Shalit fosse catturato da guerriglieri palestinesi.

Un’azione, quest’ultima, che -si può legittimamente sostenere – rappresenta una reazione alle aggressioni contro civili palestinesi perpetrate dalle forze armate israeliane a Gaza.

L’obiettivo del governo Olmert, non differente da quello dei governi Sharon, è il "politicidio" dei palestinesi: la completa distruzione delle infrastrutture politiche e fisiche necessarie ai palestinesi per agire come una nazione".

(Da Olmert e il "politicidio" della Palestina. Di Michelguglielmo Torri).  

Di questo, tuttavia, nei giornali italiani (Manifesto a parte) non si legge mai. 

 Si legga anche:

Errata corrige: l’uso improprio della linguistica nei mezzi di informazione. 

 

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