Ministero della Sanità di Gaza: pesante il bilancio dei feriti per la tempesta

Betlemme-Ma’an. “Sabato 14 dicembre, a causa dell’ondata di maltempo che sta attraversando Gaza, circa 5000 palestinesi sono stati costretti ad abbandonare le loro case allagate”. Lo ha rivelato il ministero dell’Informazione dell’enclave costiera.

Dal canto suo, il ministero della Sanità di Gaza ha riferito che il numero dei feriti a causa della tempesta della scorsa settimana è salito a 96.

Il portavoce della protezione civile di Gaza, Mohammad al-Midna, ha affermato che dall’inizio della tempesta, le squadre della protezione civile hanno evacuato, con successo, 1.190 persone dalle loro case. Le squadre hanno anche drenato l’acqua dalle case e messo in sicurezza diverse auto intrappolate nelle strade allagate.

Al-Midna ha spiegato che la zona più colpita è stata la via di Nafeq, nei pressi di Sheikh Redwan, inondata con una grande quantità di acqua che ha portato ad un drammatico aumento dei livelli d’acqua nelle zone circostanti.

Ha anche aggiunto che la protezione civile ha assistito molti residenti mentre evacuavano le proprie case.

Al- Midna ha sottolineato che la mancanza di elettricità ha aggravato la situazione dei residenti di Gaza, in quanto ha limitato l’operatività delle forze della protezione civile intente a drenare l’acqua dalle zone allagate.

Egli ha sottolineato che i blackout di oltre 12 ore consecutive e la mancanza di carburante per far funzionare i generatori in quelle ore ha, di fatto, paralizzato le forze di protezione civile.

Sabato sera, il direttore del ministero dell’Informazione di Gaza, Salama Maarouf, ha riferito che 5.000 residenti di Gaza hanno dovuto abbandonare le loro case per recarsi nei rifugi, assistiti dai funzionari di Hamas che hanno fornito loro le lenzuola e altre necessità.

Nel pomeriggio di sabato, il ministero della Salute aveva annunciato che 2.234 persone, 433 famiglie, hanno dovuto spostarsi nei rifugi, che si trovano principalmente nelle scuole di tutta la Striscia di Gaza.

Ha quindi aggiunto che molti di loro sono stati portati dalle squadre della protezione civile, impegnate ad assistere la popolazione giorno e notte, al fine di aiutare i residenti di Gaza ad evacuare le proprie case allagate.

Attualmente, nella Striscia di Gaza vige lo stato di emergenza, a causa delle condizioni meteorologiche avverse causate da un fronte temporalesco senza precedenti.

Dagli inizi di novembre, la scarsità di carburante ha rallentato i ritmi di vita quotidiana nella Striscia di Gaza, mentre, le centrali elettriche e le pompe d’acqua sono state costrette a fermarsi, privando la popolazione di Gaza di elementi di prima necessità.

Da novembre, infatti, Gaza è praticamente senza una centrale elettrica funzionante, quando il carburante che alimentava la centrale si è esaurito, in seguito a sette anni di assedio, imposto da Israele con la complicità egiziana.

La stessa centrale è stata riaperta solo l’anno scorso, dopo che un bombardamento aereo israeliano la colpì nel 2006. La centrale produce circa il 30 per cento del fabbisogno energetico di Gaza, mentre il resto viene da Israele e dall’Egitto.

Fino a luglio di quest’anno, i tunnel verso l’Egitto rappresentavano un’arteria vitale per il territorio di Gaza, stretto dall’assedio israeliano.

L’assedio, in vigore dal 2006, ha limitato le importazioni e le esportazioni da e verso l’enclave costiera, portando ad un grave declino economico e ad una crisi umanitaria di ampia portata.

Nell’ultimo anno, tuttavia, la situazione è notevolmente migliorata, in quanto i tunnel sotterranei sono stati teatro di un vivace commercio, in seguito alla rivoluzione egiziana .

I funzionari di energia della Striscia di Gaza hanno biasimato l’Egitto della distruzione di numerose gallerie che collegavano Gaza al Paese arabo. Essi hanno inoltre accusato l’Autorità palestinese, Anp, guidata da Fatah per le alte imposte sul carburante, che le autorità della Striscia di Gaza non sono in grado di coprire.