Ministro degli esteri del Lussemburgo: ‘L’Ue sia unita contro la visione di pace di Israele’

Betlemme – Ma'an. “Il rifiuto del premier israeliano Benjamin Netanyahu per una pace basata sulle frontiere occupate nel 1967 è significativo e arrogante”, ha affermato il ministro degli Esteri Jean Asselborn del Lussemburgo in un'intervista rilasciata ieri al quotidiano tedesco “Der Spiegel”.

Le dichiarazioni del ministro sono giunte in risposta alla domanda postagli in merito al sostegno dell'Unione Europea (Ue) al discorso del presidente Usa Barack Obama, il quale aveva proposto negoziati tra israeliani e palestinesi sui confini del 1967. Il premier di Israele l'aveva respinta.

Asselborn ha espresso sorpresa per l'appresa posizione di Netanyahu di fronte alla quasi indiscutibile richiesta di Obama che ammetteva la possibilità di fare modifiche alle frontiere del 1967 nell'ambito di uno scambio di terra.

“Netanyahu sta sopprimendo la realtà politica per puntare sullo stallo di un processo di pace che è morto”.
Poi, Asselborn si è pronunciato sull'insistenza del premier israeliano nel chiedere al presidente dell'Autorità palestinese (Anp), Mahmoud 'Abbas, di scegliere tra l'unità nazionale con Hamas – con il quale ad aprile scorso ha raggiunto una riconciliazione nazionale – e Israele.

“Il piano prevede che il governo di transizione siederà con Israele il prima possibile per negoziare una soluzione basata sui “due Stati”. In tal modo Fayyad sta evitando di volgere a settembre all'Assemblea generale Onu dove dare luogo ad una dichiarazione unilaterale dello Stato palestinese. Se 'Abbas negozierà con Israele e Hamas è parte dello stesso governo di transizione, allora vorrà dire che ci sarà un implicito riconoscimento”.

“Dobbiamo fare un tentativo per portare Hamas verso un processo democratico e condurlo in direzione delle libertà – proprio come accadde con Fatah negli anni '90. Questo comporterà un coinvolgimento di Hamas in colloqui informali”.
A queste ultime specificazioni, Asselborn ha aggiunto: “In questo l'Ue continuerà a richiedere alle parti di astenersi dalla violenza”.

L'assedio di Israele sulla Striscia di Gaza e i piani coloniali in Cisgiordania sono “forme di violenza”, per Asselborn, che continua: “A Gaza, 1,7 milioni di persone vivono in un'area pari ad 1/7 dell'interno Lussemburgo. Chiuderne le frontiere e permettere l'ingresso limitato di beni è una forma di violenza. In Cisgiordania, Israele continua a costruire colonie per mezzo dell'espropriazione di terra e si tratta di una provocazione costante.

“L'Ue dovrebbe dimostrare maggior coraggio nel dare il proprio supporto ad Obama e, sulla questione dello Stato palestinese in ambito Onu, deve costituire un fronte unificato”.

E conclude: “In quanto membro dell'Ue credo di dover riformulare quelli che sono gli attuali rapporti con Israele.

“Se gli israeliani continueranno a comportarsi in maniera noncurante si giungerà a una nuova guerra. Noi europei dobbiamo inviare un segnale – non solo a parole -, ma, se necessario, per mezzo di interventi. Ovvero dobbiamo riconsiderare l'azione politica”.

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(Nella foto: Jean Asselborn).

 

 

 

 

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