Ministro israeliano annette un complesso religioso in Cisgiordania al gruppo di insediamenti

342754CBetlemme-Ma’an. Il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon ha deciso di incorporare un complesso religioso nel sud della Cisgiordania nel blocco di insediamenti di Gush Etzion, come ha riportato mercoledì il quotidiano israeliano Haaretz.
I 38 dunam (9.3 acri) del complesso, conosciuto come Beit al-Baraka, si trovano a nord del campo profughi di al-Arrub, nel distretto mediorientale di Hebron, in Cisgiordania.
Un’inchiesta del quotidiano Haaretz, il maggio dello scorso anno, affermava che il milionario americano Irving Moskowitz nel 2012 aveva acquistato l’area attraverso una compagnia svedese con l’intenzione di trasformarla in un avamposto abitativo.
Da allora i palestinesi hanno incominciato a protestare regolarmente nei pressi del complesso, con i leader politici e religiosi in prima fila.
La chiesa si trova in una zona sensibile tra l’insediamento di Gush Etzion e il gruppo di insediamenti che circondano Hebron, e la sua annessione al primo potrebbe essere vista come una futura linea compatta di insediamenti tra Gerusalemme e Hebron.
Haaretz, che ha seguito la questione da vicino, ha riferito mercoledì che il consiglio regionale di Gush Etzion ha cercato l’approvazione del ministro Yaalon per annettere il complesso sotto la sua giurisdizione.
“Yaalon ha acconsentito alla richiesta, e il comandante militare della zona ha portato a compimento l’ordine” riporta il quotidiano. “Questo significa che la proprietà è ora ufficialmente parte del complesso di insediamenti”.
L’inchiesta di Haaretz, degli inizi di quest’anno, afferma che la compagnia svedese, fondata nel 2007, è stata usata come copertura per la vendita e il trasferimento di Beit al-Baraka nel 2012 ad una compagnia per l’insediamento fondata dallo stesso Moskowitz.
Il pastore a capo della chiesa che precedentemente possedeva il complesso, Keith Coleman, ha raccontato ad Haaretz di pensare di vendere ad una compagnia svedese chiamata “Scandinavian Seamen Holyland Enterprises”, nel marzo del 2008, che avrebbe ripristinato la struttura al suo uso originario.
Haaretz ha inoltre scoperto che “la compagnia svedese è stata fondata a Stoccolma nel 2007, e sembra che sia stata usata come copertura per il trasferimento del complesso ai coloni. La compagnia non sembrerebbe avere nessun ufficio legale”.
La società svedese ha registrato l’acquisto con l’amministrazione civica israeliana nel 2012.
La prima è poi svanita nel nulla, con la proprietà passata nelle mani di un’organizzazione nonprofit americana, la “American Friends of the Everest Foundation”, di proprietà di Irving Moskowitz, che sta lavorando per l’eventuale ebraicizzazione di Gerusalemme Est.
Haaretz riporta che gli agenti del nuovo proprietario del complesso dicono di non stare programmando nessun tipo di trasferimento di coloni negli edifici, “ma l’informazione ottenuta da Haaretz indica chiaramente che la proprietà è destinata a divenire un insediamento”.
Ci sono più di 500.000 israeliani che vivono in insediamenti illegali nei territori occupati di Gerusalemme Est e della Cisgiordania.
Traduzione di Marta Bettenzoli