Ramallah – InfoPal. Esponendo le conseguenze legali originate da un atto illegale di Israele, il 9 luglio 2004, la Corte Internazionale di Giustizia dichiarava che la costruzione da parte israeliana di un Muro nei Territori palestinesi occupati rappresentasse, insieme al regime che ne sarebbe conseguito, una violazione alla legge internazionale.
A otto anni di distanza da quella pronuncia, la rete di Organizzazioni non governative (Ong) palestinesi si rivolge alle agenzie Onu con la richiesta di adottare e rendere efficace quel parere legale sull’illegalità del Muro d’Apartheid costruito da Israele nella Cisgiordania occupata e ad al-Quds (Gerusalemme).
“Bisogna fermare la politica israeliana, bloccare i lavori del Muro e imporre a Israele il rispetto della legalità, anche risarcendo i palestinesi che finora hanno perso tutto”.
In quest’anniversario, le realtà palestinesi si chiedono come mai Israele non solo ignori quella decisione, ma proceda spedito e costruisca Muri di segregazione ovunque, Gerusalemme compresa.
“L’Unità politica sulla base della quale fondare lo Stato palestinese è già compromessa dall’esistenza della barriera di segregazione che frammenta la società palestinese, non soltanto da un punto di vista geografico.
“E’ necessario investire tutto sul materiale prodotto finora: dal Rapporto Goldstone sull’aggressione israeliana contro Gaza (2008-2009) – nonostante l’infausto destino al quale è stato relegato -, a tutte le raccomandazioni e risoluzioni internazionali”.
L’intento delle Ong palestinesi è creare un fronte politico e popolare unico nella lotta legale e dipomatica da condurre presso la comunità internazionale.