Netanyahu all’Onu e la neolingua orwelliana.

 

Infopal. Ieri, nel suo discorso davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato l'affondo all'Iran usando parole cariche d'aggressività, e ha sfidato la legittimità stessa dell'organizzazione internazionale.

Sfida all'Onu e attacco all'Iran. “Moderni nazisti” sono stati definiti i leader iraniani dal premier estremista, che ha anche attaccato le nazioni aderenti all'Onu per aver condannato i crimini israeliani commessi a Gaza, sottolineando come, secondo lui, l'indagine Onu condotta dal giudice ebreo sudafricano Richard Goldstone avrebbe colpito le vittime anziché prendersela con i “terroristi”, Hamas e il suo “sponsor”, l'Iran, appunto.

Netanyahu ha poi fortemente criticato l'Assemblea Generale per aver dato la possibilità al presidente iraniano Mahmoud Ahmadenijad di parlare, il giorno prima: “Non avete vergogna? Non avete decenza?”, ha chiesto il leader sionista. “Che disgrazia! Che beffa della carta delle Nazioni Unite!”. “Voi date legittimità a un uomo che nega che sia mai avvenuto l'assassinio di 6 milioni di ebrei e che incoraggia la distruzione dello stato ebraico”.

Il linguaggio orwelliano d'Israele: retorica, propaganda e manipolazione della realtà.

“L'Iran vi minaccia”. Nel consueto tentativo di allargare alle nazioni della terra conflitti “privati”, il primo ministro sionista ha affermato che Ahmadenijad non minaccia soltanto “l'istituzione più importante della comunità internazionale, ma minaccia la sicurezza di tutte le nazioni del pianeta”. Insomma, “il mio nemico è anche il vostro”.

E ha proseguito: “Forse alcuni di voi pensano che quest'uomo e il suo odioso regime minaccino solo gli ebrei. Se pensate questo, sbagliate. La storia ci ha sempre mostrato che ciò che inizia come attacco agli ebrei finisce con il coinvolgere molti altri”.

Netanyahu ha aggiunto che “la sfida più urgente che deve affrontare l'Onu è prevenire che i tiranni di Tehran acquisiscano armi nucleari, che verrebbero usate per ribaltare il corso della storia”. “E come la tardiva vittoria sul nazismo, le forze del progresso e della libertà prevarranno soltanto dopo che dal genere umano verrà preteso un orribile contributo di sangue e di distruzione”.

“La più grande minaccia che il mondo deve affrontare oggi è il matrimonio tra il fanatismo religioso e le armi di distruzione di massa”, ha evidenziato, dimenticando, forse, che in Israele governano i fanatici estremisti e lo stato sionista è una potenza atomica che mai ha ratificato il Trattato di non proliferazione nucleare (a differenza, per esempio, dell'Iran, che ne è firmatario). 

Il premier-falco ha poi invitato l'Onu a sfidare l'Iran: “Sono disponibili, i membri delle Nazioni Unite, a tale sfida? La comunità internazionale rovescerà i sostenitori e praticanti del terrorismo più pericolosi del mondo? E soprattutto, la comunità internazionale impedirà al regime terrorista iraniano di sviluppare armi atomiche, con cui minaccia la pace del mondo intero?”

Crimini di guerra a Gaza: Netanyahu attacca l'inchiesta Onu. Dura condanna è toccata anche al rapporto Goldstone. Netanyahu ha spiegato come il feroce attacco contro Gaza, condotto l'inverno scorso, sia stato, in realtà, realizzato in maniera “molto più etica” rispetto all'attacco degli Alleati contro la Germania nazista durante la seconda Guerra mondiale: “C'è solo un esempio nella storia di migliaia di razzi lanciati su una popolazione civile. Accadde quando i nazisti bombardarono le città britanniche”.

In un esercizio di manipolazione della comunicazione e della realtà, il premier estremista ha dunque paragonato il lancio di razzi artigianali palestinesi ai bombardamenti nazisti, dando la colpa a Hamas per l'uccisione di centinaia di civili palestinesi. “Dovendo affrontare un nemico che stava commettendo un doppio crimine di guerra – ha sottolineato Netanyahu -, quello di sparare su civili mentre si nascondeva dietro a dei civili, Israele ha cercato di condurre attacchi chirurgici contro i lanciatori di razzi”.

Netanyahu ha infine chiesto all'Onu di respingere i risultati del rapporto Goldstone, cercando, in un affondo, di delegittimare la stessa organizzazione internazionale, per poi rivalutarla poco dopo, ricordando come furono proprio le Nazioni Unite a fondare lo stato ebraico: “Quasi 62 anni fa, le Nazioni Unite riconobbero il diritto degli ebrei, un popolo di 3500 anni, ad avere uno stato proprio nella loro antica patria. Nel 1947, questo organismo votò la creazione di due stati per due popoli – uno stato ebraico e uno arabo”.

E ha concluso, infine, dichiarando: “Ai palestinesi deve essere chiesto di riconoscere la nazione-stato del popolo ebraico. Chiediamo ai palestinesi di fare ciò che hanno rifiutato per 62 anni: dire sì allo stato ebraico”.

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