NGO afferma che Gruppo Volvo, JCB Machinery, Caterpillar, Hyundai Heavy Industries sono complici dell’Apartheid israeliano

Ramallah – WAFA. Stop the Wall, organizzazione di base non governativa palestinese, ha affermato mercoledì che il Gruppo Volvo, JCB Machinery, Caterpillar e Hyundai Heavy Industries sono complici delle pratiche di pulizia etnica israeliane di otto cittadine palestinesi a Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania occupata.

Il 1° giugno, bulldozer di JCB, CAT e Volvo hanno fatto irruzione nelle cittadine di al-Fakheet e al-Markez, a Masafer Yatta, e hanno demolito case e stalle per animali, lasciando intere famiglie senza struttura per il loro bestiame, secondo quanto affermato da Stop the Wall in una nota.

Questo è il secondo raid di demolizione in meno di un mese. Prima di allora, l’11 maggio, le forze d’occupazione israeliane e i bulldozer hanno brutalmente preso d’assalto Masafer Yatta e demolito 19 strutture, comprese case, stalle e pozzi d’acqua ad al-Tuwani, al-Markez e al-Fakheet.

“L’escalation della violenza e della campagna di demolizione contro i palestinesi a Masafer Yatta arriva dopo che la Corte Suprema israeliana, un pilastro del regime d’Apartheid israeliano, si è pronunciata a favore dell’espulsione forzata di circa 1300 palestinesi che vivono in otto piccole cittadine. Questa decisione è il culmine di Apartheid, segregazione e pratiche oppressive decennali contro i palestinesi a Masafer Yatta”, si legge.

“Tali pratiche, che includono l’Apartheid dell’acqua, la violenza sistemica dei coloni e dell’esercito, il sequestro di terre e la demolizione di case, sono state rese possibili da società internazionali di macchinari e costruzioni”, ha affermato Stop the Wall, che ha documentato che il Gruppo Volvo, JCB Machinery, Caterpillar e Hyundai Heavy Industires sono state utilizzate per la demolizione di case a Masafer Yatta dall’inizio del 2022.

“Questa è la continuazione di una complicità di lunga data con la colonizzazione israeliana della terra palestinese che deve finire”.

Ha chiesto di sostenere la campagna di Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro queste aziende e altre società complici.