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Palestine Chronicle. Il 2021 ha visto una continuazione ed un aumento delle violazioni dei diritti digitali palestinesi, secondo un nuovo rapporto pubblicato martedì dall’organizzazione no-profit 7Amleh – The Arab Center for Social Media Advancement.
Il rapporto mette in evidenza le continue violazioni dei diritti digitali palestinesi.
Secondo il rapporto, nel corso del 2021 sono state commesse contro i palestinesi 1.033 violazioni dei diritti digitali sulle piattaforme dei social media, inclusa la rimozione di contenuti e la sospensione di account.
“Le piattaforme dei social media hanno aumentato la sorveglianza dei contenuti palestinesi, cancellando e limitando centinaia di post relativi alla situazione palestinese […]”, si legge nel rapporto, con riferimento ai principali eventi accaduti in Palestina a maggio dell’anno scorso.
I risultati del rapporto includono anche un aumento significativo dell’uso israeliano delle tecnologie di sorveglianza, evidente nella proposta di una legge israeliana per consentire l’uso di telecamere per il riconoscimento facciale negli spazi pubblici.
“Negli ultimi anni, si è drammaticamente intensificata la sorveglianza israeliana per controllare i palestinesi con diverse tecniche”, si legge nel rapporto.
“L’estensione della sorveglianza delle organizzazioni per i diritti umani e degli attivisti palestinesi non è stata ancora determinata. Tuttavia, i primi dati dimostrano che le autorità israeliane sorvegliano e spiano sistematicamente attivisti e organizzazioni per i diritti umani”.
Inoltre, il rapporto “Hashtag Palestine 2021” illustra l’istigazione online israeliana contro i palestinesi nei media e sulle piattaforme dei social media.
Secondo l'”Indice di razzismo e istigazione” pubblicato da 7amleh a giugno, l’istigazione in ebraico contro arabi e palestinesi è aumentata 15 volte durante l’aggressione alla Striscia di Gaza e gli eventi avvenuti a maggio del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020.