PCHR: “Bambino muore dopo che le autorità israeliane negano permesso per ricevere trattamento all’estero”

Gaza – IMEMC. Il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR) condanna i continui ostacoli delle forze d’occupazione israeliane (IOF) al transito dei pazienti della Striscia di Gaza, e il diniego di accesso agli ospedali palestinesi in Cisgiordania, compresa la Gerusalemme occupata, e agli ospedali israeliani per le cure mediche.

Tali ostacoli hanno aggravato le sofferenze di migliaia di pazienti e hanno provocato la morte di 4 pazienti. L’ultimo è stato Faroud Mohammad Ismail Abu Naja, 6 anni, al quale è stato negato il permesso di viaggio per le cure all’ospedale di Hadassah, nella Gerusalemme occupata.

Suleiman Ahmad Abu Naja, 56 anni, nonno del bambino deceduto, del campo profughi di Yabna, a Rafah, ha detto che a suo nipote, che soffriva di atrofia cerebrale, è stato negato il viaggio per ricevere le cure all’ospedale Hadassah-‘Ein Karem.

Abu Naja ha aggiunto che suo nipote aveva ricevuto un appuntamento per una visita medica il 12 gennaio 2022 all’ospedale Hadassah-‘Ein Kerem in Israele. La visita era finanziata dai Christian Aid Ministers. Aveva chiesto un permesso di viaggio alle autorità d’occupazione israeliane. Queste, tuttavia, hanno risposto che la sua richiesta era ancora in fase d’analisi.

Abu Naja ha affermato di aver ottenuto un altro appuntamento il 10 agosto 2022 e di aver poi presentato nuovamente domanda per il permesso di viaggio, ma le autorità israeliane hanno continuato a rispondere che la richiesta era ancora in fase di analisi. In attesa dell’approvazione israeliana, la salute del bambino è peggiorata fino alla sua morte nell’ospedale europeo di Gaza, avvenuta mercoledì sera, 24 agosto 2022.

Secondo le statistiche del Dipartimento della Salute dell’Autorità generale per gli affari civili (GACA), dall’inizio di quest’anno le autorità israeliane hanno ostacolato il viaggio di 4.169 pazienti dalla Striscia di Gaza per cure all’estero. La maggior parte di questi pazienti soffre di malattie gravi i cui trattamenti sono introvabili a Gaza.

Le IOF usano varie scuse per impedire ai pazienti di Gaza di viaggiare per farsi curare, tra cui: richieste di analisi; convocazione per un colloquio di sicurezza; parente che risiede illegalmente in Cisgiordania o in Israele; la presenza del trattamento specifico negli ospedali di Gaza.

Tali restrizioni derivano dal deterioramento del sistema sanitario nella Striscia di Gaza, innescato dalla chiusura imposta da Israele da 16 anni, poiché gli ospedali della Striscia di Gaza soffrono di una grave carenza di farmaci e dispositivi medici essenziali e di un numero insufficiente di operatori sanitari specializzati: tutto ciò impedisce agli ospedali di curare molte gravi malattie, aumentando così il numero di pazienti inviati per cure all’estero.

Alla luce di tutto ciò, il PCHR invita la comunità internazionale, comprese le Alte Parti contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, gli organismi delle Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali, ad esercitare pressioni sull’occupazione affinché si assuma le responsabilità legali nei confronti dei residenti della Striscia di Gaza, compresi i malati, e per garantire che sia previsto un meccanismo appropriato e sicuro per il loro viaggio.

Il PCHR invita anche la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché revochi la chiusura imposta alla Striscia di Gaza in linea con la risoluzione n. 1860 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e importi le forniture mediche utilizzate per la radioterapia, i farmaci e gli esami periodici per i malati di cancro che non sono disponibili negli ospedali di Gaza.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.