MEMO. Peace Now si è scagliata contro un parere legale emesso recentemente dal Procuratore Generale Avichai Mandelblit che autorizza la confisca di terre private palestinesi a beneficio degli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati (oPT), avvertendo che ciò velocizzerebbe il processo.
Il parere legale di Mandelblit è stato emesso in relazione a Haresha, un avamposto di insediamento vicino a Ramallah, i cui residenti e sostenitori stanno esaminando la legalizzazione retroattiva di una strada di accesso.
Tutti gli insediamenti israeliani, sia che si tratti di avamposti autorizzati o meno dallo stato, sono considerati illegali dalla legge internazionale, e sono ritenuti come facenti parte di un regime intrinsecamente discriminatorio.
Secondo una dichiarazione di Peace Now, “la confisca di terra costituirebbe una seria violazione della legge umanitaria internazionale e del diritto dei Palestinesi al possesso di terra”.
Inoltre, il parere legale “riguardante la strada d’accesso potrebbe portare ad ulteriori confische di terre private palestinesi, rafforzando la presa israeliana sul territorio palestinese”.
“Il Procuratore Generale sta cercando di autorizzare la confisca delle terre di proprietà dei Palestinesi, i quali non hanno diritto di voto in Israele, a beneficio dei coloni israeliani che godono invece dei pieni diritti”, ha aggiunto Peace Now.
Il parere legale non autorizza esplicitamente alcuna confisca ai fini dell’insediamento, ma afferma che in alcuni casi, la confisca di terra è legittima, soggetta all’approvazione del Procuratore Generale.
Peace Now ha spiegato che “negli anni, la posizione del governo israeliano, insieme alle decisioni dell’Alta Corte di Giustizia, è stata quella di proibire la confisca di terre private ai fini di insediamento”, una proibizione che “ha reso impossibile per il governo la legalizzazione retroattiva delle unità abitative costruite su terre private palestinesi”.
“Adesso”, ha continuato la dichiarazione, “sembra che il Procuratore Generale stia cercando di rimuovere l’ultima barriera legale (e morale) esistente al fine di trasformare il ladrocinio e l’espulsione in un modo formale di realizzare insediamenti nei Territori [Palestinesi] Occupati”.
Traduzione di Laura Pennisi