Procuratore militare israeliano chiede condanna a 16 anni per operatore umanitario

Ramallah – WAFA. Dopo sei anni in detenzione ed oltre 160 udienze in tribunale, il procuratore militare israeliano ha chiesto mercoledì al tribunale distrettuale di Beersheba di condannare l’operatore umanitario di Gaza Mohammad Halabi, 44 anni, a 16 anni di carcere, dopo che lo scorso mese il tribunale lo aveva condannato per aver trasferito fondi ad Hamas, nonostante egli abbia negato tutte le accuse, secondo quanto affermato dalla Società per i prigionieri palestinesi (PPS).

La PPS ha aggiunto che l’avvocato di Halabi ha informato la famiglia sulla richiesta del pubblico ministero militare e sulla sua offerta finale per un patteggiamento, in cui l’imputato avrebbe ammesso solo una delle accuse in cambio del suo rilascio. Halabi, tuttavia, ha respinto il patteggiamento.

L’avvocato, secondo quanto riferito dalla PPS, insisterà per l’immediato rilascio di Halabi, che prestava servizio come direttore dell’ufficio gazawi della World Vision, con sede negli Stati Uniti, quando venne arrestato, il 15 giugno 2016, al suo ritorno a Gaza, provenendo da Gerusalemme, dove aveva partecipato ad una riunione per i funzionari di World Vision, nonostante la precedente condanna della corte.

La PPS ha descritto la sentenza e la richiesta del procuratore militare per una condanna a 16 anni come “politica e vendicativa” ed “un nuovo schiaffo al sistema legale internazionale”.

“Oggi, tutti gli operatori umanitari sono soggetti all’arresto e devono affrontare gravi accuse semplicemente perché svolgono un ruolo umanitario”, ha affermato la PPS, sottolineando che “parte di ciò che ci ha portato a questa fase è il silenzio internazionale sui continui crimini contro i palestinesi […]”.

World Vision e Amnesty International hanno entrambe respinto la condanna del tribunale di Beersheba, insistendo sull’innocenza di Halabi.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.