Betlemme – Ma’an. I profughi palestinesi in ‘Iraq sono vittime di una discriminazione crescente e adesso si appellano al presidente dell’Autorità palestinese (Anp), Mahmoud ‘Abbas, affiché intervenga.
L’associazione di fratellanza iracheno-palestinese ha indirizzato ad ‘Abbas – in questi giorni a Baghdad per partecipare al Summit 2012 della Lega Araba – una lettera nella quale si espone la loro difficile situazione.
Gli ospedali statali iracheni si rifiutano di accogliere pazienti palestinesi, i quali sono costretti a usare carte d’identità contraffatte per poter ricevere le cure. Nemmeno la Mezzaluna Rossa palestinese riceve sostegno dall’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp).
Circa il 90% dei palestinesi in ‘Iraq sono disoccupati, non può accedere a posizioni governative e, soprattutto, i giovani ragazzi, sono vittime di discriminazione nell’accesso all’occupazione.
Inoltre, i palestinesi in ‘Iraq vengono arrestati e detenuti in maniera del tutto arbitraria, solo ed esclusivamente a causa della loro nazionalità o per il fatto di essere musulmani sunniti. Gli studenti palestinesi vengono trattati alla stregua di terroristi e di conseguenza alcuni hanno abbandonato gli studi per timore di essere rapiti.
Con questa comunicazione, i profughi palestinesi in ‘Iraq intendono fare pressioni su ‘Abbas, perché ne discuta con il govenro iracheno nel corso della sua visita nel Paese.
“Non bastano pressioni – sostengono i profughi – ma si richiede ad ‘Abbas di affrontare con il governo iracheno questioni come rilascio dei passaporti nei nostri confronti, tra l’altro, in maggioranza nati in ‘Iraq, in modo da poter viaggiare all’estero”.
“E’ necessario coordinare con le Nazioni Unite e con il capo del governo regionale del Kurdistan il trasferimento dei palestinesi verso il Kurdistan. Il presidente si è detto disponibile ad accoglierci”.
Se la loro condizione non potrà essere risolta nell’ambito del summit, i rifugiati dicono di sperare che il segretario generale della Lega Araba sia in grado di coordinare con l’Onu il loro ritorno nei villaggi da dove furrono cacciati (dalle bande terroristiche ebraiche, poi esercito israeliano) nel 1948.
L’Agenzia per i profughi Onu, Unhcr, indicava, a gennaio 2012, una presenza in ‘Iraq di 8,7mila profughi palestinesi. Prima dll’invasione del Paese, guidata dagli Usa (2003), erano circa 34mila.
Anche un gruppo per le minoranze dichiara che i palestinesi in ‘Iraq sono effettivamente vittime di discriminazione. E’ sempre comune l’idea secondo cui la loro posizione fosse privilegiata ai tempi di Saddam Hussein, quando ricevevano sussidi, abitazioni esenti da affitto, libero accesso ai servizi ed esenzione dal servizio militare.
“Si tratta di risentimenti di vecchia data basati sul fatto che la loro fosse una posizione di privilegi sotto il regime del Baath, continua ancora oggi ad alimentare pregiudizi”, affermano dal gruppo per le minoranze.